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Frasi sul canto [5/9]
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Louane Emera nel ruolo di...
Paula: “Cos'è la storia del concorso?”
Ilian Bergala nel ruolo di...
Gabriel: “Tra quattro mesi provo ad entrare alla Metrise di Radio France.”
Paula: “Cos'è?”
Gabriel: “Un'importantissima scuola di canto a Parigi. Tra quattro mesi vado via da qui.”
Paula: “E che ci sei venuto a fare?”
Gabriel: “Mio padre è organizzatore di concerti, non ha tempo per me e sono finito da mia nonna.”
Paula: “E tua madre dove è?”
Gabriel: “Non lo so.”

Eric Elmosnino nel ruolo di...
M.Thomasson: “Tu hai una pepita d'oro in gola, Paula Bélier, una pepita d'oro ancora molto grezza...che ne diresti di studiare canto a Parigi?”
Louane Emera nel ruolo di...
Paula: “A Parigi?!”
M.Thomasson: “Da dieci anni presento allievi al concorso di Radio France, ho sempre fallito, ma con te e Gabriel potremmo farcela. Il concorso è tra tre mesi, lo spettacolo.”
Paula: “Tre mesi?!”
M.Thomasson: “Lo so, è molto vicino, ma puoi farcela, l'importante è non perdere tempo. Tu hai un dono, Paula Bélier.”
Paula: “E se mi prendono?”
M.Thomasson: “Dovrai andare a Parigi, entrerai nel coro dell'Opéra, avrai i migliori maestri di canto del paese. Frequenterai sempre il liceo ovviamente...allora? Che cosa ne dici? E' un bel sogno, no?”
Paula: “No.”
M.Thomasson: “Riflettici su, Paula!”

La sera del dì di festa
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.


Mark Ruffalo nel ruolo di...
Dan: "Tu hai talento, voglio fare dei dischi con te"
Keira Knightley nel ruolo di...
Greta: "Io non canto in pubblico, scrivo solo qualche canzone..."
Dan: "E allora perché le scrivi?"


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