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Charles Perrault: Scrittore

Nascita: Parigi (Francia) il 12/01/1628data morte il 16/05/1703
Charles Perrault (Parigi, 12 gennaio 1628, Parigi, 16 maggio 1703) è stato uno scrittore francese, membro (al seggio numero 23) dell'Académie française dal 1671, e autore del celebre libro di fiabe Histoires ou contes du temps passé, avec des moralités, noto anche come Contes de ma mère l'Oye (it. I racconti di Mamma Oca), raccolta di undici fiabe fra cui Cappuccetto Rosso, Barbablù, La bella addormentata, Pollicino, Cenerentola e Il gatto con gli stivali. (Fonte: Wikipedia)

 📚 Nome Charles 

8 FRASI E CITAZIONI DI CHARLES PERRAULT
Frasi di Charles Perrault
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Una regina ebbe un figlio brutto e malfatto, per consolarla una fata le promise che suo figlio sarebbe stato pieno di spirito e di intelligenza e avrebbe avuto il potere di dare altrettanto spirito e intelligenza alla persona che avrebbe maggiormente amata. Il bambino venne chiamato Enrichetto dal ciuffo, perché era nato con un solo ciuffo di capelli. Anni dopo, la regina di un regno vicino ebbe due figlie: la prima bella ma molto sciocca, la seconda bruttissima ma molto intelligente e spiritosa. La stessa fata diede alla primogenita la facoltà di rendere bella la persona che avrebbe amato di più. Un giorno la maggiore delle due principesse, andata in un bosco a piangere sulla sua disgrazia, incontra il principe Enrichetto, che avendo visto il ritratto di lei, si era subito innamorato della principessa. Il principe vedendo che la fanciulla era triste e malinconica per via della sua stupidità, le rivelò il suo potere di renderla intelligente e le propose di sposarla alla fine dell'anno. La principessa proprio per il suo poco spirito, pensò che la fine dell'anno non sarebbe mai venuta e accettò la proposta. Da quel momento la principessa divenne tanto intelligente che il re prese a consultarla per i suoi affari di Stato. L'anno a venire la principessa sposò il principe che doveva divenire il più bello del mondo, ma la metamorfosi non fu dovuta in realtà al potere delle fate ma solo alla forza dell'amore. Infatti la principessa, avendo riflettuto sulla perseveranza del suo innamorato e su tutte le buone qualità del suo animo, non vide più né la deformità del suo corpo, né la bruttezza del suo viso.
Da: Fiaba Enrichetto dal ciuffo
Charles Perrault  

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C’erano una volta un re ed una regina che desideravano tanto avere un erede e che finalmente ebbero una bambina, a cui diedero il nome di Aurora. Organizzarono una grande festa e invitarono tutti i sovrani delle terre confinanti e tutte le fate dei regni, eccetto la Fata della Montagna, così anziana che nessuno si ricordava più della sua presenza.
Le fate iniziarono a dare i doni magici ad Aurora: la bellezza, la grazia, la gentilezza, l’intelligenza, la simpatia, l’abilità a fare tutto. Era quasi il turno della settima, che avrebbe dovuto pronunciarsi sull’amore, quando arrivò la Fata della Montagna. Era offesa per essere stata dimenticata e così disse “Non mi avete invitato, ma voglio anch’io fare un dono alla principessa:
"sarà la più bella principessa fino all’età di sedici anni, quando si pungerà con un fuso e morirà”. Detto questo, la fata sparì in una nuvola nera. I genitori erano disperati ma la settima fata disse: “Non posso annullare il suo incantesimo ma posso aggiungere il mio: se si pungerà cadrà in un sonno di cento anni, da cui sarà svegliata dal bacio del vero amore”. Il re allora fece distruggere tutti i fusi.
Passarono sedici anni: Aurora era nel castello di campagna ed iniziò ad esplorare le stanze. In una stanza viveva una vecchina sorda che non aveva mai sentito del divieto di filare con l’arcolaio. Aurora fu stupita dal fuso che non aveva mai visto prima e volle provare ad usarlo ma si ferì e cadde a terra come morta. Giunse la settima fata, che avvolse tutti gli abitanti del castello in un incantesimo che li fece cadere in un sonno profondo, poi avvolse tutto il castello in un impenetrabile foresta di rovi.
Trascorsero cento anni ed un giorno passò lì vicino il principe di un paese confinante. Rimase incuriosito dai rovi e dal castello che spuntava e chiese ad un eremita se sapeva qualcosa: “Mio nonno mi disse che lì dormiva una principessa di rara bellezza: tanti principi hanno provato a raggiungerla ma non ci sono riusciti!”. Il principe volle tentare ed iniziò ad addentrarsi nella foresta. Magicamente, i rovi si aprivano e lo lasciavano passare, permettendogli di giungere al castello. Il principe iniziò ad esplorarlo e nella camera da letto trovò la principessa addormentata; era così bella che non poté fare a meno di baciarla. Aurora si ridestò e ringraziò il suo salvatore. I due giovani si sposarono e vissero felici e contenti.

Da: Fiaba La Bella Addormentata nel bosco
Charles Perrault  

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Una regina, morendo, si fa promettere dal re che egli non si risposerà se non con una donna più bella di lei. Ma l'unica persona in grado di rivaleggiare con lei quanto a bellezza era solo la sua stessa figlia, ed è a lei che il re chiede di sposarlo. Per sfuggire a questa unione incestuosa, la fanciulla, su consiglio della sua madrina, richiede al padre per la sua dote degli abiti irrealizzabili (uno color della luna, uno color del sole, uno color del tempo), ma il re riesce sempre a procurarglieli. Allora la principessa chiede al padre la pelle dell'asino magico la cui lettiera, anziché essere coperta di sterco, è coperta ogni giorno di nuove monete d'oro; ella è sicura che i padre non acconsentirà mai. Invece la pelle dell'asino magico le viene recapitata senza indugio. La principessa fugge allora dal castello, rivestita solo della pelle d'asino, mentre un baule con i suoi tre vestiti la segue viaggiando sottoterra. La principessa viene presa a servizio come guardiana di pecore e polli in una fattoria in un altro reame. È così sporca e ripugnante che tutti i servi si prendono gioco di lei chiamandola, appunto, Pelle d'Asino, ma è altrettanto brava e diligente, così la padrona le si affeziona e la protegge. La principessa continua a rimanere nascosta, ma decide di lavarsi e di indossare i suoi magnifici vestiti per ogni occasione di festa. Un giorno il principe ereditario, venendo da una battuta di caccia, si ferma alla fattoria per pranzare. Mentre passeggia nei dintorni, sbircia nel tugurio isolato dove vive Pelle d'Asino e vede la principessa bellissima e magnificamente abbigliata. Intimidito, si ritira, ma non riesce a non pensare alla visione, tanto che cade ammalato. Davanti alle suppliche della madre e del padre perché dica la causa della sua malattia, il principe chiede una focaccia fatta da Pelle d'Asino. Perplessi, ma desiderosi di far guarire il figlio, i sovrani ordinano a Pelle d'Asino di cucinare una focaccia e lei - per caso, o forse perché anche lei ha visto il principe e si è innamorata? - lascia cadere un anello nell'impasto. Il principe mangia voracemente, e trova l'anello, cadendo più ammalato di prima. Timoroso di rivelare ai propri genitori l'amore per Pelle d'Asino, chiede che venga indetto un bando (analogo a quello di Cenerentola), in base al quale egli sposerà solo la fanciulla alla quale calzerà l'anello. Dopo aver passato in rassegna tutte le ragazze del regno, viene chiamata anche Pelle d'Asino. La comparsa della sua mano bianca e affusolata al di sotto della sudicia pelle lascia tutti di stucco, e ancora di più la rivelazione di una splendida fanciulla abbigliata regalmente. Immediatamente, il principe la chiede in moglie e re e regina sono ansiosi di favorire le nozze, ma la principessa pone come condizione il consenso del padre. Il padre, ormai guarito dalla sua folle ossessione e risposato, viene invitato alle nozze e acconsente di buon grado.
Da: Fiaba Pelle d'asino
Charles Perrault  

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