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Frasi sul fato [4/13]
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Sarah: Reese, perché me? Perché vuole me?
Kyle: C'è stata una guerra nucleare. Tra qualche anno, cioè. Tutto questo... tutto questo Paese, tutto questo... sparito. Tutto sparito. Ci sono stati dei sopravvissuti qui. Non ha... Nessuno sapeva chi l'aveva cominciata. Erano state le macchine, Sarah.
Sarah: Io non riesco a capire.
Kyle: Network di computers per la difesa. Nuovi, potenti, allacciati a tutto, incaricati di dirigere tutto. Mi hanno detto che poi si sono evoluti. Un nuovo ordine d'intelligenza. E allora vedevano tutti gli uomini come una minaccia, e non solo quelli dell'altra parte. Decisero così il nostro fato in un microsecondo: sterminio.
Sarah: Tu l'hai vista questa guerra?
Kyle: No, io sono cresciuto dopo, morendo di fame, tra le rovine, e scappando dai K.C.
Sarah: Da cosa?
Kyle: Killers Cacciatori. Macchine di pattuglia costruite in fabbriche automatizzate. La maggior parte di noi fu rastrellata e mandata nei lager, in attesa di disposizioni. Questo è stato bruciato da un laser scanner. Alcuni di noi sono stati tenuti in vita per lavorare. Bruciare corpi. Le unità di sterminio correvano notte e giorno. Noi eravamo sempre sull'orlo di scomparire per sempre. Ma ci fu un uomo allora che ci insegnò a combattere, a distruggere il filo metallico dei campi, a ridurre in poltiglia quei luridi maledetti schifosi. Lui capovolse tutto, ci ha riportato in vita dalla paura. Il suo nome è Connor, John Connor, tuo figlio, Sarah, tuo figlio che ancora non è nato.


Sono stupendi i trent'anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perché è finita l'angoscia dell'attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perché anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. Siamo un campo di grano maturo, a trent'anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui scenderemo. Un po' ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna.


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