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Quello che sappiamo della vita di Publio Ovidio Nasone, o più semplicemente Ovidio, lo dobbiamo al quarto libro che compone i “Tristia”, l'elegia scritta dal poeta stesso durante un oscuro periodo d'esilio trascorso a Tomi. Nasce intorno al 43. a. C. e apprende di retorica e grammatica dalle menti più illustri di Roma. Anche se suo padre sogna di vederlo diventare oratore, Ovidio è attratto dagli studi letterari che coltiva entrando nel circolo di Mecenate dove conosce Orazio, Virgilio e Properzio. Mentre in giovinezza predilige la scrittura di elegie amorose come “Amores” e “Ars amatoria”, è al periodo della maturità che risale la sua opera più importante, “Metamorfosi”, elegia in endecasillabi suddivisa in quindici volumi che lo consacra definitivamente come uno dei maggiori poeti elegiaci del tempo, nonché il più giovane. Ovidio prende però le distanze dalle incoerenze dei suoi colleghi e dai valori della società romana; il suo rifiuto nei confronti della rigidità degli schemi tradizionali ci permette di collocarlo anche nella sfera del relativismo, un senso critico che non lo immobilizza, ma lo spinge ad esaudire i desideri del suo pubblico, assecondandone gusti mode.
26 FRASI E CITAZIONI DI OVIDIO