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“
La rassegnazione alla solitudine, opposta al dolore lucreziano, avvicina a noi Virgilio più degli altri poeti latini dell'antichità classica.
”
Da: solitudine
Salvatore Quasimodo
Dolore
Passato
Libri
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“
Natale
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
”
Salvatore Quasimodo
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Il traghetto
Di dove chiami? Fioca questa nebbia
di te risuona. Ancora dalle baite,
è tempo, i cani avidi si lanciano
verso il fiume sulle peste odorose:
luminosa di sangue all’altra riva
sghignazza la faina. È traghetto
che conosco: là, sull’acqua risalgono
ciottoli neri; e quante barche passano
nella notte con fiaccole di zolfo.
Ora sei veramente già lontana
se la voce ha tono innumerevole
d’eco, e appena ne odo la cadenza.
Ma ti vedo: hai viole fra le mani
conserte, così pallide, e lichene
vicino agli occhi. Dunque, tu sei morta.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Finita è la notte e la luna
si scioglie lenta nel sereno,
tramonta nei canali.
È così vivo/09/in questa terra
di pianura, i prati sono verdi
come nelle valli del sud a primavera.
Ho lasciato i compagni,
ho nascosto il cuore dentro le vecchi mura,
per restare solo a ricordarti.
Come sei più lontana della luna,
ora che sale il giorno
e sulle pietre batte il piede dei cavalli!
”
Salvatore Quasimodo
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“
Senza memoria di morte
Primavera solleva alberi e fiumi
la voce fonda non odo,
in te perduto, amata.
Senza memoria di morte,
nella carne congiunti,
il rombo d’ultimo giorno
ci desta adolescenti.
Nessuno ci ascolta;
il lieve respiro del sangue!
Fatta ramo
fiorisce sul tuo fianco
la mia mano.
Da piante pietre acque
nascono gli animali
al soffio dell’aria.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Antico inverno
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Il cuore domanda o che i suoi piaceri siano accresciuti o che i suoi dolori siano compianti, domanda di agitarsi e di agitare perché sente che il moto è nella vita e la tranquillità nella morte.
”
Salvatore Quasimodo
Cuore
Piacere
Sentimenti
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“
Ti cammino sul cuore,
ed è un trovarsi d'astri
in arcipelaghi insonni,
notte, fraterni a me
fossile emerso da uno stanco flutto.
”
Salvatore Quasimodo
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“
La mia terra è sui fiumi stretta al mare,
non altro luogo ha voce così lenta
dove i miei piedi vagano
tra giunchi pesanti di lumache.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Isole che ho abitato
verdi su mari immobili.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Alle sponde odo l'acqua colomba,
Ànapo mio, nella memoria geme
al suo cordoglio
uno stormire altissimo. (L'ànapo)
”
Salvatore Quasimodo
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“
Non maledire, eterno straniero nella tua patria,
e tu saluta, amico della libertà.
Il loro sangue è ancora fresco, silenzioso
il suo frutto.
Gli eroi sono diventati uomini: fortuna
per la civiltà. Di questi uomini
non resti mai poveral'Italia. (Epigrafe per i partigiani di Valenza)
”
Salvatore Quasimodo
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“
Frammenti
Bianca, fugace, la nebbia svapora
nell’aria pura. S’indora l’oriente,
s’effonde la luce: Ecco l’aurora.
L’ultimo grido il gufo alla fuggente
tenebra getta e nel silente ombroso
bosco dispare. Incomincia l’amore:
allegri trillano, fra l’odoroso
aere dei giovani arbusti in fiore
gli uccelli. Si drizzan sullo stelo
superbi i sonnecchianti ciclamini,
aspettando impazziti che nel cielo
turchino, luminoso l’astro d’oro
sorga a schiudere i loro corallini
petali. È la rosea aurora: al lavoro!
”
Salvatore Quasimodo
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“
Io tento una vita:
ognuno si scalza e vacilla
in ricerca. (Curva minore)
”
Salvatore Quasimodo
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“
Scende la sera: ancora ci lasciate,
o immagini care della terra, alberi,
animali, povera gente chiusa
dentro i mantelli dei soldati, madri
dal ventre inaridito dalle lacrime.
”
Salvatore Quasimodo
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Avara pena, tarda il tuo dono
in questa mia ora
di sospirati abbandoni. (Òboe sommerso)
”
Salvatore Quasimodo
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“
Non una dolcezza mi matura,
e fu di pena deriva
ad ogni giorno
il tempo che rinnova
a fiato d'aspre resine. (L'eucalyptus)
”
Salvatore Quasimodo
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“
In te mi getto: un fresco
di navate posa nel cuore;
passi nudi d'angeli
vi s'ascoltano, al buio. (Alla mia terra)
”
Salvatore Quasimodo
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“
Ali oscillano in fioco cielo,
labili: il cuore trasmigra
ed io son gerbido,
e i giorni una maceria.
”
Salvatore Quasimodo
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“
Strade di lumache e di pungoli d'agave;
di cipressi che fitte ne le gore
hanno l'ombre e ferme come schiave,
di felci e di muschi dalle vizze spore;
come serenatrice, eremi montani,
mi date in sintesi la morte:
l'oggi impietrato senza alcun domani
col sogno suo a radiche contorte.
”
Salvatore Quasimodo
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