
Che cos'è l'imprinting e come condiziona la vita?

L'etologo Lorenz con la sua fidata oca Martina, che dimostrò l'imprinting
La parola imprinting deriva dall'inglese 'imprint' che significa letteralmente 'traccia' ma può essere meglio tradotta come 'impressione', di fatto è una fase importante dell'apprendimento animale che solitamente avviene poche ore dopo la nascita. E' tipica degli uccelli ma si riscontra anche in altri animali e mammiferi, anche se con forme e modalità diverse.
Negli uccelli, dunque, i piccoli imparano a seguire ed a fidarsi del primo essere vivente che vedono appena nati (solitamente la mamma), riconoscendone l'autorità e l'esperienza e aumentando di fatto le loro possibilità di sopravvivenza.
In sostanza l'imprinting ha le caratteristiche di una finestra temporale limitata nella quale il cervello dell'animale è sensibile a riconoscere come guida il primo essere che vede, ciò avviene perché il loro sistema nervoso non è ancora formato ed è particolarmente sensibile gli individui della propria specie.
Il termine "imprinting" fu ideato dall’etologo austriaco Konrad Lorenz (1903-1989), in seguito alle esperienze che fece con un’oca di nome Martina. Martina, appena nata, vide proprio Lorenz e lo identificò come la propria mamma e cominciò a seguire lo studioso ovunque. In seguito tutti i tentativi di avvicinare l'oca Martina alla vera mamma fallirono dimostrando così che l’imprinting è un fenomeno irreversibile.
Nei cani e nei gatti l'imprinting avviene fra la 4° e la 7° settimana ed in questo periodo il cucciolo apprende e identifica come suo tutore la prima persona con cui andrà ad approcciarsi, con conseguenze permanenti sulla socializzazione. Per questo motivo il distacco dalla madre, con conseguente mancanza o riduzione di imprinting, provoca dei danni comportamentali permanenti.
L'imprinting dunque influenza il comportamento per il corso della sua esistenza, in riferimento alla vita di relazione, all'autodifesa ed alla ricerca del cibo.
Questo significa che in qualche modo è possibile influenzare le carattere e le inclinazioni di un individuo gestendo l'imprinting, a conferma che le "impressioni" ottenute in tenerissima età possono poi condizionare le fasi della crescita ed essere poi recuperate in età adulta.
Negli uccelli, dunque, i piccoli imparano a seguire ed a fidarsi del primo essere vivente che vedono appena nati (solitamente la mamma), riconoscendone l'autorità e l'esperienza e aumentando di fatto le loro possibilità di sopravvivenza.
In sostanza l'imprinting ha le caratteristiche di una finestra temporale limitata nella quale il cervello dell'animale è sensibile a riconoscere come guida il primo essere che vede, ciò avviene perché il loro sistema nervoso non è ancora formato ed è particolarmente sensibile gli individui della propria specie.
Il termine "imprinting" fu ideato dall’etologo austriaco Konrad Lorenz (1903-1989), in seguito alle esperienze che fece con un’oca di nome Martina. Martina, appena nata, vide proprio Lorenz e lo identificò come la propria mamma e cominciò a seguire lo studioso ovunque. In seguito tutti i tentativi di avvicinare l'oca Martina alla vera mamma fallirono dimostrando così che l’imprinting è un fenomeno irreversibile.
L'imprinting si manifesta anche nei mammiferi e in parte nell'uomo, anche se non si limita alle poche fasi successive alla nascita risultando più esteso nel tempo, anche se meno intenso. I cuccioli di cane e gatto, ad esempio, imparano nel tempo a quale specie appartengono e quindi iniziano a rapportarsi sin da piccoli con i loro simili riconoscendo una figura guida.
Nei cani e nei gatti l'imprinting avviene fra la 4° e la 7° settimana ed in questo periodo il cucciolo apprende e identifica come suo tutore la prima persona con cui andrà ad approcciarsi, con conseguenze permanenti sulla socializzazione. Per questo motivo il distacco dalla madre, con conseguente mancanza o riduzione di imprinting, provoca dei danni comportamentali permanenti.
L'imprinting dunque influenza il comportamento per il corso della sua esistenza, in riferimento alla vita di relazione, all'autodifesa ed alla ricerca del cibo.
Questo significa che in qualche modo è possibile influenzare le carattere e le inclinazioni di un individuo gestendo l'imprinting, a conferma che le "impressioni" ottenute in tenerissima età possono poi condizionare le fasi della crescita ed essere poi recuperate in età adulta.
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