Chi ha inventato il saluto romano?
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Il saluto romano ha origini moderne ed ha poco a che vedere con l'epoca romana

Il saluto romano ha origini moderne ed ha poco a che vedere con l'epoca romana

Il "saluto romano" viene spesso legato all’antica Roma, ma questa associazione è più leggenda che realtà. Non ci sono prove che i romani lo usassero davvero. Le statue di imperatori mostrano gesti simili, ma con il braccio piegato o le dita in posizioni diverse. Più che un saluto, era probabilmente un gesto di comando o un modo per attirare l’attenzione delle truppe.

Le origini
L’idea di un antico saluto romano nasce tra Settecento e Ottocento, quando il Neoclassicismo riportò in auge il mondo romano. Artisti e intellettuali iniziarono a raffigurare gesti ispirati a quel periodo, anche senza basi storiche. Un esempio è il quadro "Il giuramento degli Orazi" di Jacques-Louis David, in cui uno dei personaggi tende il braccio in una posa.

Il cinema e la diffusione dell'idea
All’inizio del Novecento, il cinema muto contribuì a diffondere il gesto. Film storici come "Nerone" (1909) o "Quo Vadis" (1913) lo mostrarono ripetutamente, alimentando la convinzione che fosse una pratica reale. Queste rappresentazioni cinematografiche ebbero un impatto notevole sull’immaginario collettivo.


Il film Cabiria
Il film "Cabiria" (1914), diretto da Giovanni Pastrone, fu uno dei primi a legare il gesto all’antica Roma. Gabriele D’Annunzio, che contribuì alla sceneggiatura, lo adottò poi durante l’occupazione di Fiume nel 1919. Nei suoi discorsi, la folla rispondeva alzando il braccio. Questo rito passò rapidamente ai fascisti italiani.

L'adozione ufficiale da parte del fascismo in Italia
Nel 1925 Mussolini rese il "saluto romano" obbligatorio nelle amministrazioni pubbliche. Il gesto divenne uno strumento di propaganda, rafforzando il legame simbolico con la presunta grandezza di Roma.
In seguito Achille Starace, segretario del Partito Fascista dal 1931, cercò di rendere il "saluto romano" l’unico modo accettabile per salutarsi. La stretta di mano venne vista come borghese e poco igienica. Tuttavia, la tradizione della stretta di mano non sparì del tutto.

L'espansione del gesto in Germania
In seguito, i nazisti adottarono il gesto con alcune variazioni. Nel 1928 Rudolf Hess lo rese ufficiale per il partito nazista. Rispetto a quello fascista, il saluto nazista prevedeva il braccio sollevato a un’altezza inferiore ed era accompagnato dall’esclamazione "Heil Hitler".
Il giuramento alla bandiera negli Stati Uniti

Pledge of Allegiance in USA
Precedentemente negli Stati Uniti esisteva un gesto simile. Il "Pledge of Allegiance", giuramento alla bandiera, prevedeva che i bambini alzassero il braccio destro. Durante la Seconda Guerra Mondiale, questa pratica venne abbandonata per evitare associazioni con il regime nazista.

La criminalizzazione dopo la Seconda Guerra Mondiale
Dopo la fine della guerra, il "saluto romano" divenne un simbolo dell’estrema destra. La legge Scelba del 1952 vietò le manifestazioni fasciste, ma il gesto rimase oggetto di discussioni giuridiche. I tribunali stabilirono che fosse punibile solo se accompagnato da intenti di propaganda o incitamento alla violenza.

L'uso contemporaneo
Oggi il "saluto romano" è ancora usato dai gruppi di estrema destra, ma il suo significato varia a seconda dei contesti. In alcuni paesi è vietato, in altri viene tollerato come espressione individuale.

Il saluto romano è legale in Italia?
Dopo svariate denunce e sentenze, la Cassazione è giunta alla conclusione che il Saluto romano, oggi usato di frequente da alcuni gruppi di destra, sia punibile solo nei casi in cui rappresenti un incitamento alla violenza o prefiguri un pericolo di ricostituzione del Partito fascista, lasciando uno spazio interpretativo ai magistrati ma sdoganandolo di fatto nella maggior pare dei casi.

Il "saluto romano" quindi è un’invenzione moderna mascherata da tradizione antica. Nato nel mondo artistico e diffuso dal cinema è stato adottato ufficialmente per la prima volta in Italia durante il fascismo, diventando un simbolo controverso. Ancora oggi il suo uso solleva interrogativi su memoria storica e libertà di espressione.


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Tag: Italia  Tradizioni  Fascismo  









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