
Concentratori di ossigeno: per quali patologie si usano?

I concentratori di ossigeno sono un’ottima alternativa alle bombole di ossigeno
I concentratori di ossigeno sono apparecchi medicali grazie ai quali è possibile effettuare l’ossigenoterapia in tutti quei pazienti affetti da ipossiemia, ovvero da insufficienza respiratoria, una condizione medica che può essere dovuta a diverse patologie.
L’ossigenoterapia è una particolare terapia grazie alla quale si possono correggere i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue; a questo proposito, si ricorda che il valore di saturazione è considerato normale quando è compreso tra il 95 e il 100%; il riscontro di valori più bassi necessita di indagini mirate a individuarne la causa.
Un concentratore di ossigeno è costituito da varie componenti: un compressore, un serbatoio, appositi filtri, un tubo più o meno flessibile, una cannula nasale, una maschera nasale o facciale ecc.
Il paziente inala l’ossigeno prodotto dall’apparecchio attraverso l’apposita maschera o tramite la cannula nasale.
I concentratori di ossigeno funzionano concentrando l’ossigeno presente nell’aria circostante eliminando l’azoto.
I concentratori di ossigeno sfruttano l’ossigeno dell’aria ambiente, quindi una fonte di ossigeno non esauribile e disponibile ovunque; ciò li ha resi una soluzione molto pratica, più economica e sicura rispetto alle bombole di ossigeno che, come noto, devono essere periodicamente ricaricate per far sì che la terapia non subisca interruzioni.
Si possono distinguere tre tipologie di concentratori di ossigeno: portatili, fissi o trasportabili.
I concentratori portatili possono essere impiegati ovunque, in casa o fuori casa; garantiscono quindi un alto livello di libertà durante le ore di trattamento. Sono dotati di una batteria a lunga autonomia e di accessori che consentono di ricaricarli in caso di necessità. Possono comunque funzionare anche con la normale alimentazione elettrica.
Di norma vi si ricorre nel caso di pazienti con esigenze respiratorie medio-basse.
I concentratori fissi sono utilizzabili in ambito domestico; sono comunque dotati di ruote che consentono gli spostamenti nelle varie stanze della casa. Sono indicati per esigenze respiratorie importanti.
I concentratori trasportabili sono una sorta di via di mezzo fra quelli portatili e quelli fissi; possono essere utilizzati nel caso di pazienti con esigenze respiratorie importanti, ma sono dotati di ruote o di un carrello che consente il loro trasporto anche all’esterno.
Per quali patologie si utilizzano i concentratori di ossigeno?
Sono molte le condizioni patologiche per le quali risulta necessario ricorrere al supporto di un concentratore di ossigeno. In alcune circostanze si tratta di problematiche di tipo acuto e, conseguentemente, risolvibili nel giro di poche settimane o mesi; in questo caso si può prendere in considerazione l’opportunità del noleggio dell’apparecchiatura.
Altre condizioni sono però di carattere cronico e il paziente deve effettuare la terapia vita natural durante.
Tra le varie condizioni patologiche croniche che necessitano di ossigenoterapia si ricordano in particolare l’insufficienza cardiaca grave, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO, patologia che tende a un graduale peggioramento), la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS), l’enfisema polmonare, la fibrosi cistica, la fibrosi polmonare, le neoplasie al polmone ecc.
Per quanto riguarda invece le condizioni di tipo acuto si ricordano le gravi polmoniti, i severi attacchi di asma, lo shock anafilattico, la sindrome da distress respiratorio e la displasia broncopolmonare; le ultime due sono condizioni che possono interessare i bambini nati prematuri.
Articolo Publiredazionale
L’ossigenoterapia è una particolare terapia grazie alla quale si possono correggere i livelli di saturazione di ossigeno nel sangue; a questo proposito, si ricorda che il valore di saturazione è considerato normale quando è compreso tra il 95 e il 100%; il riscontro di valori più bassi necessita di indagini mirate a individuarne la causa.
Un concentratore di ossigeno è costituito da varie componenti: un compressore, un serbatoio, appositi filtri, un tubo più o meno flessibile, una cannula nasale, una maschera nasale o facciale ecc.
Il paziente inala l’ossigeno prodotto dall’apparecchio attraverso l’apposita maschera o tramite la cannula nasale.
I concentratori di ossigeno funzionano concentrando l’ossigeno presente nell’aria circostante eliminando l’azoto.
Concentratori di ossigeno: un’ottima alternativa alle bombole di ossigeno
I concentratori di ossigeno sfruttano l’ossigeno dell’aria ambiente, quindi una fonte di ossigeno non esauribile e disponibile ovunque; ciò li ha resi una soluzione molto pratica, più economica e sicura rispetto alle bombole di ossigeno che, come noto, devono essere periodicamente ricaricate per far sì che la terapia non subisca interruzioni.
Si possono distinguere tre tipologie di concentratori di ossigeno: portatili, fissi o trasportabili.
I concentratori portatili possono essere impiegati ovunque, in casa o fuori casa; garantiscono quindi un alto livello di libertà durante le ore di trattamento. Sono dotati di una batteria a lunga autonomia e di accessori che consentono di ricaricarli in caso di necessità. Possono comunque funzionare anche con la normale alimentazione elettrica.
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I concentratori fissi sono utilizzabili in ambito domestico; sono comunque dotati di ruote che consentono gli spostamenti nelle varie stanze della casa. Sono indicati per esigenze respiratorie importanti.
I concentratori trasportabili sono una sorta di via di mezzo fra quelli portatili e quelli fissi; possono essere utilizzati nel caso di pazienti con esigenze respiratorie importanti, ma sono dotati di ruote o di un carrello che consente il loro trasporto anche all’esterno.
Per quali patologie si utilizzano i concentratori di ossigeno?
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