Le campagne anti pirateria funzionano?
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Le campagne contro la pirateria streaming funzionano o sono controproducenti?
Nel cuore della discussione sulle pratiche antipirateria, emerge una questione che ha stimolato dibattiti e riflessioni per anni: le campagne pubblicitarie volte a combattere la pirateria digitale stanno realmente avendo l'effetto desiderato o stanno, paradossalmente, promuovendo quello che cercano di sconfiggere? Analizziamo il fenomeno sotto una nuova luce, esplorando come certe strategie possano aver involontariamente incentivato le persone a rivolgersi alla pirateria.
Il dilemma delle campagne pubblicitarie Anti-Pirateria
Chi può dimenticare quelle avvertenze che ci accoglievano prima della proiezione di un film, come quella famosa campagna del 2004 che equiparava il download illegale al furto di un'auto? Questi messaggi, destinati a scoraggiare il download non autorizzato di contenuti, sono diventati simboli nella lotta contro la pirateria digitale. Più recentemente, in Italia, personaggi celebri come Vieri sono stati coinvolti in spot che hanno cercato di far leva sulla coscienza collettiva con frasi rimaste nell'immaginario comune, come "Ancora con il pezzotto?".
Nonostante gli sforzi, il successo di queste iniziative è stato discutibile. Uno studio pubblicato su "The Information Society" nel luglio 2022 ha rivelato un paradosso intrigante: tali campagne, invece di dissuadere, sembrano aver spinto un maggior numero di individui verso la pirateria.
Analisi Critica: Dove sbagliano le campagne?
La ricerca, intitolata "Fare di più con meno: approfondimenti comportamentali per i messaggi anti-pirateria", sottolinea alcuni errori chiave nelle strategie adottate, mettendo in luce la loro inefficacia. Un primo grande scoglio è la drammatizzazione eccessiva, che descrive scenari catastrofici, come la diffusione di virus informatici e la distruzione dell'industria dell'intrattenimento, che non sembrano toccare la corda giusta nel pubblico.
Un aspetto particolarmente emblematico è l'annuncio che paragonava il download illegale al furto di beni materiali. Questo confronto appare improprio ed ha provocato più risate che preoccupazione, diventando oggetto di derisione attraverso meme e battute online.
Inoltre, l'utilizzo di celebrità per veicolare il messaggio si è rivelato controproducente, in quanto le perdite economiche di individui già percepiti come super-ricchi hanno generato indifferenza o antipatia piuttosto che empatia.
Curiosamente, anche il fatto di evidenziare quanto sia diffuso il fenomeno della pirateria e quanti siano i contenuti scaricati illegalmente ha sortito un effetto boomerang, promuovendo un comportamento imitativo anziché dissuadere, come se la pirateria fosse tacitamente accettata da una larga comunità.
Una delle intuizioni più interessanti sarebbe quella di eliminare completamente le campagne anti-pirateria dalle sale cinematografiche. Dopo tutto, chi è al cinema ha già scelto di supportare l'industria legalmente. La percezione diffusa tra i pirati di non commettere un reato serio, dato che il download non sottrae fisicamente il bene al legittimo proprietario, rende inoltre meno efficace l'appello al senso di giustizia.
Una soluzione più concreta potrebbe essere quella già proposta in questo articolo, ovvero di offrire contenuti a prezzi sempre più bassi e competitivi tali da consentirne la visione a tutte le tasche, oppure gratuitamente in abbinamento ad altri servizi come quelli bancari, assicurativi o di distribuzione di gas o energia.
E' infatti cruciale che l'industria riconosca e si adatti alle nuove realtà del consumo di contenuti digitali. L'accessibilità dei contenuti può essere un fattore determinante nella lotta contro la pirateria. Servizi di streaming a prezzi calmierati e accessibili da tutti hanno dimostrato di ridurre significativamente il ricorso alla pirateria, suggerendo che la soluzione potrebbe risiedere nell'innovazione.
Anche la soluzione di diffondere i contenuti insieme alla pubblicità, come avviene ad esempio da sempre su internet, potrebbe risultare una soluzione vincente per tutti. A tal proposito la nuova e nascente "superlega", di recente legittimata dalla corte europea, ha anticipato l'intenzione di voler trasmettere tutte le partite gratuitamente in cambio di pubblicità o altre forme di sponsorizzazione. Questo dimostra che mostrare contenuti di qualità e gratuitamente in streaming sembrerebbe effettivamente possibile, basta volerlo.
Il dilemma delle campagne pubblicitarie Anti-Pirateria
Chi può dimenticare quelle avvertenze che ci accoglievano prima della proiezione di un film, come quella famosa campagna del 2004 che equiparava il download illegale al furto di un'auto? Questi messaggi, destinati a scoraggiare il download non autorizzato di contenuti, sono diventati simboli nella lotta contro la pirateria digitale. Più recentemente, in Italia, personaggi celebri come Vieri sono stati coinvolti in spot che hanno cercato di far leva sulla coscienza collettiva con frasi rimaste nell'immaginario comune, come "Ancora con il pezzotto?".
Nonostante gli sforzi, il successo di queste iniziative è stato discutibile. Uno studio pubblicato su "The Information Society" nel luglio 2022 ha rivelato un paradosso intrigante: tali campagne, invece di dissuadere, sembrano aver spinto un maggior numero di individui verso la pirateria.
Analisi Critica: Dove sbagliano le campagne?
La ricerca, intitolata "Fare di più con meno: approfondimenti comportamentali per i messaggi anti-pirateria", sottolinea alcuni errori chiave nelle strategie adottate, mettendo in luce la loro inefficacia. Un primo grande scoglio è la drammatizzazione eccessiva, che descrive scenari catastrofici, come la diffusione di virus informatici e la distruzione dell'industria dell'intrattenimento, che non sembrano toccare la corda giusta nel pubblico.
Un aspetto particolarmente emblematico è l'annuncio che paragonava il download illegale al furto di beni materiali. Questo confronto appare improprio ed ha provocato più risate che preoccupazione, diventando oggetto di derisione attraverso meme e battute online.
Inoltre, l'utilizzo di celebrità per veicolare il messaggio si è rivelato controproducente, in quanto le perdite economiche di individui già percepiti come super-ricchi hanno generato indifferenza o antipatia piuttosto che empatia.
Curiosamente, anche il fatto di evidenziare quanto sia diffuso il fenomeno della pirateria e quanti siano i contenuti scaricati illegalmente ha sortito un effetto boomerang, promuovendo un comportamento imitativo anziché dissuadere, come se la pirateria fosse tacitamente accettata da una larga comunità.
Possibili soluzioni per un futuro con meno pirateria
Una delle intuizioni più interessanti sarebbe quella di eliminare completamente le campagne anti-pirateria dalle sale cinematografiche. Dopo tutto, chi è al cinema ha già scelto di supportare l'industria legalmente. La percezione diffusa tra i pirati di non commettere un reato serio, dato che il download non sottrae fisicamente il bene al legittimo proprietario, rende inoltre meno efficace l'appello al senso di giustizia.
Una soluzione più concreta potrebbe essere quella già proposta in questo articolo, ovvero di offrire contenuti a prezzi sempre più bassi e competitivi tali da consentirne la visione a tutte le tasche, oppure gratuitamente in abbinamento ad altri servizi come quelli bancari, assicurativi o di distribuzione di gas o energia.
E' infatti cruciale che l'industria riconosca e si adatti alle nuove realtà del consumo di contenuti digitali. L'accessibilità dei contenuti può essere un fattore determinante nella lotta contro la pirateria. Servizi di streaming a prezzi calmierati e accessibili da tutti hanno dimostrato di ridurre significativamente il ricorso alla pirateria, suggerendo che la soluzione potrebbe risiedere nell'innovazione.
Anche la soluzione di diffondere i contenuti insieme alla pubblicità, come avviene ad esempio da sempre su internet, potrebbe risultare una soluzione vincente per tutti. A tal proposito la nuova e nascente "superlega", di recente legittimata dalla corte europea, ha anticipato l'intenzione di voler trasmettere tutte le partite gratuitamente in cambio di pubblicità o altre forme di sponsorizzazione. Questo dimostra che mostrare contenuti di qualità e gratuitamente in streaming sembrerebbe effettivamente possibile, basta volerlo.
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