Per quanto tempo devono essere conservate ricevute e scontrini?
Esiste un limite oltre il quale non possono essere più richieste le ricevute di pagamento. Scopriamo quale..
Gran parte dei pagamenti effettuati vengono fatti in modo digitale usando servizi online oppure in modo automatico con l'addebito sul conto corrente. Tuttavia accade spesso che alcuni bollettini di pagamento vengano pagati ancora in modo tradizionale, soprattutto per i servizi disdetti, oppure per i moduli delle tasse e per le classiche multe.
Purtroppo se le società di gas, luce o telefono dovessero contestare il mancato pagamento di una bolletta, spetta sempre al cliente dimostrare il contrario esibendo la ricevuta del bollettino di versamento oppure.
Anche se ci si avvale del pagamento diretto sul conto corrente, è utile conservare in casa i vari estratti conto periodici, in modo da poter contrastare eventuali richieste indebite per importi già pagati, senza necessità di effettuare complesse ricerche storiche sui movimenti bancari più datati.
Tuttavia è bene chiarire che esiste un limite temporale oltre il quale i pagamenti non possono essere più richiesti e contestati, stiamo parlando della prescrizione. Oltre questa data limite è infatti possibile disfarsi di ricevute, bollettini ed estratti conto. Infatti in caso di richiesta successiva della prova di pagamento successiva alla prescrizione, ci si può opporre al creditore per contrastarne ogni pretesa.
Infine, in caso di acquisto di beni commerciali, può essere sempre utile conservare gli scontrini e le fatture per accedere alla garanzia in caso di loto guasto o malfunzionamento, che non sia causato da danno o caduta accidentale.
Per le bollette in acconto o conguaglio di Luce, Acqua e Gas, la prescrizione è di soli 2 anni. Scaduto tale termine, dunque, la società fornitrice non potrà chiedere gli arretrati e se opera un conguaglio per debiti precedenti, ha l'obbligo di avvisare l'utente della facoltà di invocare la prescrizione, evitando così di pagare.
Nel caso di bollette del telefono la prescrizione arriva solo dopo 5 anni.
Per quanto tempo conservare i pagamenti delle imposte locali?
Le imposte locali, cioè quelle dovute al Comune come IMU e TARI, si prescrivono sempre in 5 anni. Per la precisione, i controlli sul pagamento di IMU, ICI e TARI possono arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è sorto l'obbligo di pagamento. Concretamente, nel caso di un'imposta sulla casa pagata nel 2023, la documentazione va conservata fino al 31 dicembre 2028.
Per quanto tempo conservare i pagamenti delle Multe stradali?
La legge dice che le prove dell’avvenuto pagamento devono essere conservate per un totale di 5 anni. Entro questo limite, infatti, l’ente creditore può richiedere il pagamento di una multa che risulta non pagata. Perdere la ricevuta in caso di errore nella richiesta e nel riscontro del pagamento può quindi determinare la necessità di pagarla nuovamente.
Per quanto tempo conservare Scontrini e fatture commerciali?
Per gli acquisti effettuati da privati la garanzia stabilita dalla legge è di 2 anni, a prescindere dalle condizioni riportate sulla confezione o sul contratto. La garanzia scende però ad 1 anno quando si acquistano prodotti con Partita IVA, quindi per la propria attività lavorativa.
Oltre questi termini è quindi possibile disfarsi degli scontrini utili alle riparazioni, tuttavia potrebbe essere sempre utile conservarli in caso di rivendita del prodotto, per attestare l'effettiva data di acquisto.
Purtroppo se le società di gas, luce o telefono dovessero contestare il mancato pagamento di una bolletta, spetta sempre al cliente dimostrare il contrario esibendo la ricevuta del bollettino di versamento oppure.
Anche se ci si avvale del pagamento diretto sul conto corrente, è utile conservare in casa i vari estratti conto periodici, in modo da poter contrastare eventuali richieste indebite per importi già pagati, senza necessità di effettuare complesse ricerche storiche sui movimenti bancari più datati.
Tuttavia è bene chiarire che esiste un limite temporale oltre il quale i pagamenti non possono essere più richiesti e contestati, stiamo parlando della prescrizione. Oltre questa data limite è infatti possibile disfarsi di ricevute, bollettini ed estratti conto. Infatti in caso di richiesta successiva della prova di pagamento successiva alla prescrizione, ci si può opporre al creditore per contrastarne ogni pretesa.
Infine, in caso di acquisto di beni commerciali, può essere sempre utile conservare gli scontrini e le fatture per accedere alla garanzia in caso di loto guasto o malfunzionamento, che non sia causato da danno o caduta accidentale.
Per quanto tempo conservare il pagamento delle bollette di Luca, Gas. acqua e telefono?
Per le bollette in acconto o conguaglio di Luce, Acqua e Gas, la prescrizione è di soli 2 anni. Scaduto tale termine, dunque, la società fornitrice non potrà chiedere gli arretrati e se opera un conguaglio per debiti precedenti, ha l'obbligo di avvisare l'utente della facoltà di invocare la prescrizione, evitando così di pagare.
Nel caso di bollette del telefono la prescrizione arriva solo dopo 5 anni.
Per quanto tempo conservare i pagamenti delle imposte locali?
Le imposte locali, cioè quelle dovute al Comune come IMU e TARI, si prescrivono sempre in 5 anni. Per la precisione, i controlli sul pagamento di IMU, ICI e TARI possono arrivare fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è sorto l'obbligo di pagamento. Concretamente, nel caso di un'imposta sulla casa pagata nel 2023, la documentazione va conservata fino al 31 dicembre 2028.
Per quanto tempo conservare i pagamenti delle Multe stradali?
La legge dice che le prove dell’avvenuto pagamento devono essere conservate per un totale di 5 anni. Entro questo limite, infatti, l’ente creditore può richiedere il pagamento di una multa che risulta non pagata. Perdere la ricevuta in caso di errore nella richiesta e nel riscontro del pagamento può quindi determinare la necessità di pagarla nuovamente.
Per quanto tempo conservare Scontrini e fatture commerciali?
Per gli acquisti effettuati da privati la garanzia stabilita dalla legge è di 2 anni, a prescindere dalle condizioni riportate sulla confezione o sul contratto. La garanzia scende però ad 1 anno quando si acquistano prodotti con Partita IVA, quindi per la propria attività lavorativa.
Oltre questi termini è quindi possibile disfarsi degli scontrini utili alle riparazioni, tuttavia potrebbe essere sempre utile conservarli in caso di rivendita del prodotto, per attestare l'effettiva data di acquisto.
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