Di vario colore a seconda della città, i taxi sono le automobili che si occupano del trasporto pubblico a pagamento “porta a porta”, la loro caratteristica consiste nel non avere delle tappe predefinite, ma caricare e lasciare i passeggeri dove essi richiedono.
Chi guida il taxi è chiamato taxista, ma anche tassista, parola che si avvicina di più all'italiano e a tassametro, termine che indica il contatore tipico di queste auto.

Ma perché allora si usa la parola taxi? L'origine risale al periodo che inaugurò la grande diffusione di questo tipo di auto, vale a dire all'inizio del XX secolo, quando i francesi iniziarono a parlare di “taxamètre” rifacendosi al latino, dove “taxa” indicava una tassa e “mètron” una misura, per poi passare a “taximètre” utilizzando la forma “taxis” dal significato di ordine, fila, disposizione. Ben presto divenne necessario trovare un'abbreviazione e così questa parola si accorciò semplicemente in taxi, che suonava bene in tutte le lingue.

Per questo anche in Italia si è cominciato a parlare di taxi, ma vi è anche chi sostituisce la lettera “x” con una doppia “s” e lo chiama “tassì”, cosa che spiega a sua volta l'utilizzo del termine tassista che abbiamo già visto in precedenza.