Quali sono le migliori storie di paura brevi?
6 storie e racconti di paura da raccontare agli amici
Ci sono storie e racconti di paura che hanno la capacità di lasciarci perplessi e preoccupati, perché narrano di episodi e situazioni ai confini della realtà, dove talvolta il reale si confonde con il soprannaturale e non sempre l'epilogo lascia tutti felici e gioiosi.
In alcune serate, come ad Halloween, queste storie assumono un sapore particolare soprattutto se vengono raccontate in compagnia.
Vediamo dunque quali sono le storie horror migliori (o peggiori a seconda del punto di vista..) con una raccomandazione: se siete facilmente impressionabili e soffrite di insonnia non proseguite e cambiate articolo!
Jack O’Lantern e la zucca di Halloween
Questa storia è tratta dalla leggenda Jack The Pumpkin King, da cui è stato tratto anche il film d’animazione Nightmare Before Christmas.
C’era una volta un fannullone e scommettitore dal brutto caratteraccio, dedito all’alcol, chiamato Stingy Jack. La sera di Halloween, dopo essersi ubriacato, Stingy Jack si ritrovò di fronte il Demonio intenzionato ad impossessarsi della sua anima. Jack chiese al Diavolo che gli venisse concesso di bere un ultimo bicchierino. Ottenuto il permesso, si lamentò del fatto che non aveva nemmeno un soldo per pagare la consumazione, così pregò il Demonio di trasformarsi in una moneta da 6 pence.
Avvenuta la mutazione, Jack afferrò la moneta e la mise nel suo portafoglio, avente la caratteristica di una croce ricamata sopra. Imprigionato irrimediabilmente, per riottenere la libertà, il Diavolo accettò il patto proposto da Jack, che consisteva nel posticipare di un anno la sua morte.
La vigilia di Ognissanti seguente, il Diavolo si ripresentò per ottenere l’anima dell’uomo. Questa volta Jack gli propose una scommessa: non sarebbe più riuscito a scendere da un albero. Il Diavolo sorrise ed accettò, salendo su un albero lì vicino. Fu allora che Jack incise sulla corteccia una croce, che impediva al Diavolo di saltare giù.
Con la vittoria in pugno, Jack propose al Diavolo un patto: egli avrebbe cancellato la croce, se lui si fosse impegnato a non tentarlo più. Dopo circa un anno, Jack morì. Al suo bussare alle porte del Paradiso venne risposto che non sarebbe potuto entrare perché aveva condotto una vita dissoluta piena di peccati. Giunto all’Inferno, anche il Diavolo gli negò il permesso di entrare, perché ancora offeso per come era stato preso in giro. Il Diavolo regalò a Jack un tizzone per farsi luce nel limbo oscuro. Jack si ingegnò per far durare più a lungo quella luce e la ripose in una rapa svuotata, ricavandone così una lanterna. Da allora Jack fu soprannominato Jack O’Lantern.
L’autostoppista misterioso
Questa storia è una leggenda che si è diffusa in più versioni e culture, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. Spesso conosciuta come "L'autostoppista fantasma"
La ragazza accettò con un lieve cenno della testa e salì sul camion, sedendosi accanto a lui in silenzio. Il camionista, dopo qualche istante, provò a rompere il ghiaccio: «Dove ti posso portare?». La giovane indicò una direzione con un gesto lieve e sussurrò una via che lui conosceva bene, una vecchia strada poco trafficata, ormai usata solo dai locali.
Durante il tragitto, il silenzio tra i due era quasi opprimente. Il camionista continuava a lanciare sguardi rapidi alla ragazza, notando il suo sguardo vuoto e i vestiti umidi, come se avesse camminato a lungo sotto la pioggia. Quando finalmente si avvicinarono alla svolta, indicata da lei stessa, il camionista le disse: «Siamo quasi arrivati». Ma girandosi verso il sedile passeggero, notò che la giovane donna era sparita.
Sbalordito, fermò immediatamente il camion e scese per cercarla, illuminando il ciglio della strada con la sua torcia, senza trovare traccia della misteriosa ragazza. Scioccato e senza una spiegazione, decise di raggiungere la destinazione da solo. Giunto alla casa che la ragazza aveva indicato, bussò alla porta, deciso a raccontare l’accaduto.
Alla porta rispose una donna anziana, che alla sua storia reagì con occhi lucidi e un triste sorriso. «Mia figlia morì su quella strada vent’anni fa», disse. «Da allora, ogni tanto, qualcuno la vede. Cerca sempre di tornare a casa, ma non ci arriva mai».
Da quella notte, il camionista non percorse mai più quella strada senza che un brivido gli attraversasse la schiena.
Il cavaliere senza testa
In una fredda notte d’inverno, un uomo d’origine olandese stava camminando per la strada che dalla taverna conduceva verso casa sua. Il percorso costeggiava a un certo punto il cimitero di Sleepy Hollow, dove la leggenda raccontava che era sepolto un soldato tedesco senza testa che aveva combattuto, da mercenario al soldo degli inglesi, contro i rivoluzionari americani. La strada verso casa era lunga e, nonostante il clima si fosse un po’ riscaldato nei giorni precedenti, per terra rimaneva ancora un po’ di neve.
L’olandese quindi pensò di attraversare il cimitero per accorciare la strada, anche se la cosa gli metteva un po’ i brividi. C’era buio pesto e l’unica luce veniva dalla sua lanterna.
Mentre la paura continuava a pervaderlo, vide lontano una luce. Avvicinandosi, si rese però conto che proveniva da una tomba senza nome, da cui dopo poco emerse un fuoco che si trasformò rapidamente in una figura. Era il cavallo con sopra un cavaliere senza testa di cui aveva sentito parlare tante volte alla taverna.
L’olandese cacciò un urlo terribile e si mise subito a scappare, incespicando nella neve. Sentiva il galoppo del cavallo alle sue spalle, ma mantenne la lucidità necessaria a cercare un ponte, perché le leggende dicevano che gli spiriti avevano timore di passare sopra all’acqua. Lo raggiunse e lo superò, quasi rotolando nel fango, prima di riuscire a dare una seconda occhiata al cavaliere, che indossava un’uniforme militare.
L’olandese rimase nascosto per un’ora nei cespugli, ma nulla accadde. Alla fine si fece coraggio e uscì, avviandosi velocemente verso casa tramite la strada più lunga. Giunto a destinazione, raccontò tutto alla moglie e nel giro di qualche giorno la vallata conobbe quello che era accaduto. C’era chi sosteneva che il fantasma si fosse sollevato per cercare la sua testa, persa in battaglia, e chi invece diceva che ritornasse per combattere per la conquista di Chatterton Hill. Ma da allora nessuno osò più avventurarsi di notte nel cimitero di Sleepy Hollow.
La moneta da 50 centesimi
Una storia di origine ottocentesca, diffusa inizialmente nello stato di New York
Una coppia di giovani sposi stava tornando in carrozza verso casa dopo un breve viaggio nel New England. Purtroppo si erano attardati durante il viaggio e quindi furono colti dalla sera prima che arrivassero a destinazione. Nei dintorni non si vedevano villaggi dove avrebbero potuto cercare una degna sistemazione. Per fortuna, il marito avvistò una casa e decise di andare lì a chiedere ospitalità.
Si trattava di una graziosa casetta che sorgeva in cima a una collina. Quando bussarono, vennero ad aprire loro due anziani coniugi già in pigiama, i signori Brown. Una di quelle case che purtroppo mettono i brividi
La coppia si dimostrò subito ospitale, offrendo una stanza ai due malcapitati. La signora si mise addirittura a fare il tè e offrì una fetta di torta, mentre il marito mostrava la stanza messa a disposizione dei due. I viaggiatori si offrirono di pagare qualche dollaro per l’alloggio, ma i loro ospiti non vollero sentire ragioni.
Marito e moglie quindi dormirono beatamente e il mattino presto, di buon’ora, decisero di ripartire. I due anziani signori dormivano ancora, quindi la coppia scrisse due righe di ringraziamento e lasciò il foglio su un grosso tavolo in cucina, in una posizione in cui i due signori non avrebbero non potuto vederlo. Inoltre aggiunsero una luccicante moneta da 50 centesimi, per le spese.
Marito e moglie viaggiarono per un’ora e poi decisero di fermarsi in una locanda per fare colazione. Lì il marito raccontò dei due deliziosi vecchietti che li avevano accolti per la notte, ma man mano che parlava il visto del ristoratore diventava sempre più pallido.
Questi si fece spiegare bene dov’era la casa e che aspetto avevano i vecchi. Poi disse: «Non può essere possibile. Lei mi parla della casa dei signori Brown, ma quella casa è stata distrutta da un incendio tre anni fa. E i due signori sono morti».
La cosa sembrava incredibile a entrambi, così i due viaggiatori e il locandiere decisero di tornare indietro assieme. Arrivarono alla collinetta in cui sorgeva la casa, ma tutto era cambiato.
La casa era semidistrutta e sicuramente abbandonata. Entrarono. Era evidente che c’era stato un incendio. «Devo essermi sbagliato – disse il viaggiatore –. Probabilmente avevamo preso una strada diversa e ci siamo imbattuti in un’altra famiglia».
Il suo discorso, però, venne interrotto dall’urlo della moglie. Proveniva dalla cucina. Corsero di là e la videro. Era atterrita. Guardava un possente tavolo, rovinato. Al centro, c’era una luccicante moneta da 50 centesimi.
La ragazza del sottopasso
Storia raccontata alla polizia di Londra nel 1999
Era una notte di novembre, una di quelle notti piene di nebbia, in cui si fa fatica a vedere. Un giovane uomo procedeva alla guida della sua auto, diretto verso casa. La strada era la solita, fatta milioni di volte. L’avrebbe potuta percorrere ad occhi chiusi.
Ed in effetti era come se la stesse attraversando senza guardare, perché la nebbia non gli permetteva di vedere molto davanti a lui. Per questo, comunque, stava guidando lentamente, con una certa prudenza.
All'entrata del tunnel, ad un certo punto, dopo una curva, la strada imboccava un sottopassaggio. L’aveva attraversato molte volte, ma quella volta c’era qualcosa di diverso.
Appena imboccato il sottopasso, infatti, l’uomo alla guida vide una ragazza vestita di bianco in mezzo alla strada. Frenò di botto e riuscì a fermarsi poco prima di investirla. Non c’era traffico quella sera, ma era comunque da incoscienti stare lì.
L’uomo scese dall’auto. La ragazza sembrava molto confusa, forse ubriaca, anche se molto bella. Le si avvicinò: «Cosa… cosa fai qui? Hai bisogno di aiuto?», le chiese. «Sì», rispose lei, guardandosi incontro. «Puoi portarmi a casa?» «Certo, sì. È meglio che ci togliamo di qui. Vieni».
La fece salire in macchina. Sembrava in trance, ma lo seppe comunque dirigere lungo la strada. Abitava in un quartiere non distante dal suo. Nel tragitto provò a chiederle qualcosa, senza particolare successo: «Come mai eri lì, da sola, in mezzo alla strada? È tardi, può essere pericoloso».
«Sono stata a una festa. Ero con il mio fidanzato, ma sulla strada del ritorno abbiamo litigato. Mi ha fatta molto arrabbiare. Gli ho chiesto di farmi scendere e sono rimasta lì». «Ma… ti senti bene?» «Sì – rispose lei –, tutto bene».
In breve arrivarono davanti alla porta indicata dalla ragazza. Lui si fermò al bordo della strada, ma lei continuava a fissare avanti a sé. «Siamo arrivati, credo. È quella casa, no?» «Sì», fece lei, senza però scendere.
«Vengo ad aprirti», disse l’uomo, e scese, girando attorno all’auto per aprirle la portiera. Quando giunse dall’altra parte e la spalancò, però, trovò il sedile vuoto.
Si guardò subito attorno, pensando che la ragazza fosse scesa mentre lui faceva il giro. Ma non la vide da nessuna parte. Guardò ancora in macchina, ma era vuota. C’era molta nebbia, però, e magari la ragazza era già andata verso casa senza che lui se ne accorgesse.
Si diresse, quindi, verso la porta e provò a bussare. Nessuna risposta. Guardò ancora in giro, senza scorgere nulla. Decise di suonare il campanello, anche se effettivamente era tardi.
Dopo un paio di minuti la porta si aprì. Davanti a sé il giovane uomo aveva ora una signora coi capelli bianchi. «Mi scusi, signora. Io… io ho portato qui una ragazza vestita di bianco. Era stata a una festa, l’ho trovata all’inizio del sottopasso. Mi ha detto che abitava qui ma, non so, l’ho persa di vista. È entrata, per caso?»
La signora non sembrava sorpresa: «Sì, so a cosa si riferisce. Quella ragazza era mia figlia. È morta cinque anni fa in un incidente, proprio all’ingresso del tunnel. Stava tornando a casa da una festa. Oggi sono cinque anni esatti. Ogni anno, in questa sera, compare a un ragazzo e tenta di tornare a casa, ma non ci riesce mai».
Storia vera: Alberghi stregati
Questa non è una storia ma un racconto reale, raccontato da Reddit Bright.
“Quando avevo 15 anni, ho viaggiato in Europa con la mia famiglia. Abbiamo alloggiato a Ettal, in Germania, in una piccola locanda per alcune notti. I miei genitori avevano un letto matrimoniale al secondo piano, le mie sorelle avevamo la camera da letto matrimoniale accanto alla loro, e io ebbi la fortuna di avere una camera singola tutta per me in fondo al corridoio. ”
“Non appena sono entrato nel corridoio in cui si trovavano le nostre camere, ricordo quasi di essermi sentito come se fossi entrato in un ‘muro’ di … cattiva energia? Mi sentivo così innervosito e inquieto in quello corridoio, ma pensai che fosse solo un’immaginazione iperattiva. Ho dormito la prima notte senza problemi oltre a svegliarmi alcune volte. La mattina dopo a colazione, una delle mie sorelle ha menzionato di sentirsi a disagio nel corridoio, quasi come se l’aria mi stava schiacciando. Mi innervosiva ancora di più il fatto di non essere il solo a sentirmi fuori di testa.
“Più tardi quella notte, dormo tranquillamente, quando verso le 2 del mattino, sono svegliato da qualcosa che mi strappa le coperte e che mi afferra la caviglia. All’inizio, ho pensato che qualcuno era entrato nella mia stanza, perché quando mi voltai verso ciò che mi aveva afferrato, un’enorme, incombente forma nera era visibile nell’oscurità, come un uomo nella mia stanza. Accesi freneticamente la luce, solo per fissare il nulla, il vuoto. La finestra era chiusa a chiave dall’interno, non c’era nessuno nell’armadio o nel bagno, e anche la mia stanza era ancora chiusa a chiave dall’interno. Rimasi spaventato per il resto della notte, giocando a Cooking Mama sul mio DS. ”
“La mattina dopo, siamo a colazione e mia sorella menziona che era sveglia per metà della notte perché pensava di aver visto una persona che si stagliava contro il muro della stanza, ma quando accese la luce non c’era nessuno. è stata solo un’esperienza bizzarra e inquietante. Questa esperienza mi fa ancora impazzire oggi. ”
Storia vera: Inquilini indesiderati
I fatti sono stati narrati da Vanilla Gurrila:
“Mia figlia aveva 4 anni quando vivevamo nella nostra ultima casa. All’epoca ero una madre single, quindi eravamo solo io e lei in casa. Ho sempre avuto una sensazione spiacevole nella sua stanza, in particolare la zona dell’armadio, ma non ci ho mai pensato molto. Una sera l’avevo messa a letto e mentre facevo le faccende sono passata accanto alla sua stanza e l’ho sentita sussurrare.
Ho ascoltato per un po ‘, pensando che lei stesse parlando da sola, ma era decisamente una conversazione a due, con lei che diceva “Uh-huh … ok”, cose del genere. Entrai e le chiesi con chi stesse parlando.
Sorrise a disagio e disse , ‘Nessuno.’ L’ho portata fuori nella hall e lei non ha detto nulla ma ho capito che aveva paura. Finalmente siamo usciti da casa. Ha detto che c’era un uomo nella sua stanza che non ci voleva in casa, e lui le aveva detto di dire a sua madre di andarsene. Ci siamo trasferiti un mese dopo. Da allora non ha mai avuto un episodio del genere.”
In alcune serate, come ad Halloween, queste storie assumono un sapore particolare soprattutto se vengono raccontate in compagnia.
Vediamo dunque quali sono le storie horror migliori (o peggiori a seconda del punto di vista..) con una raccomandazione: se siete facilmente impressionabili e soffrite di insonnia non proseguite e cambiate articolo!
Jack O’Lantern e la zucca di Halloween
Questa storia è tratta dalla leggenda Jack The Pumpkin King, da cui è stato tratto anche il film d’animazione Nightmare Before Christmas.
C’era una volta un fannullone e scommettitore dal brutto caratteraccio, dedito all’alcol, chiamato Stingy Jack. La sera di Halloween, dopo essersi ubriacato, Stingy Jack si ritrovò di fronte il Demonio intenzionato ad impossessarsi della sua anima. Jack chiese al Diavolo che gli venisse concesso di bere un ultimo bicchierino. Ottenuto il permesso, si lamentò del fatto che non aveva nemmeno un soldo per pagare la consumazione, così pregò il Demonio di trasformarsi in una moneta da 6 pence.
Avvenuta la mutazione, Jack afferrò la moneta e la mise nel suo portafoglio, avente la caratteristica di una croce ricamata sopra. Imprigionato irrimediabilmente, per riottenere la libertà, il Diavolo accettò il patto proposto da Jack, che consisteva nel posticipare di un anno la sua morte.
La vigilia di Ognissanti seguente, il Diavolo si ripresentò per ottenere l’anima dell’uomo. Questa volta Jack gli propose una scommessa: non sarebbe più riuscito a scendere da un albero. Il Diavolo sorrise ed accettò, salendo su un albero lì vicino. Fu allora che Jack incise sulla corteccia una croce, che impediva al Diavolo di saltare giù.
Con la vittoria in pugno, Jack propose al Diavolo un patto: egli avrebbe cancellato la croce, se lui si fosse impegnato a non tentarlo più. Dopo circa un anno, Jack morì. Al suo bussare alle porte del Paradiso venne risposto che non sarebbe potuto entrare perché aveva condotto una vita dissoluta piena di peccati. Giunto all’Inferno, anche il Diavolo gli negò il permesso di entrare, perché ancora offeso per come era stato preso in giro. Il Diavolo regalò a Jack un tizzone per farsi luce nel limbo oscuro. Jack si ingegnò per far durare più a lungo quella luce e la ripose in una rapa svuotata, ricavandone così una lanterna. Da allora Jack fu soprannominato Jack O’Lantern.
L’autostoppista misterioso
Questa storia è una leggenda che si è diffusa in più versioni e culture, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. Spesso conosciuta come "L'autostoppista fantasma"
Era una notte fredda e tempestosa quando un camionista solitario percorreva una lunga strada di campagna, avvolta dalla nebbia. La radio gracchiava musica leggera, l’unica compagnia nella cabina del camion. Mentre guidava, vide una figura indistinta ai margini della strada: una giovane donna vestita di bianco, con lo sguardo fisso davanti a sé, come se aspettasse qualcuno. Il camionista rallentò e, impietosito dal suo aspetto fragile e dal viso pallido, decise di fermarsi e offrirle un passaggio.
La ragazza accettò con un lieve cenno della testa e salì sul camion, sedendosi accanto a lui in silenzio. Il camionista, dopo qualche istante, provò a rompere il ghiaccio: «Dove ti posso portare?». La giovane indicò una direzione con un gesto lieve e sussurrò una via che lui conosceva bene, una vecchia strada poco trafficata, ormai usata solo dai locali.
Durante il tragitto, il silenzio tra i due era quasi opprimente. Il camionista continuava a lanciare sguardi rapidi alla ragazza, notando il suo sguardo vuoto e i vestiti umidi, come se avesse camminato a lungo sotto la pioggia. Quando finalmente si avvicinarono alla svolta, indicata da lei stessa, il camionista le disse: «Siamo quasi arrivati». Ma girandosi verso il sedile passeggero, notò che la giovane donna era sparita.
Sbalordito, fermò immediatamente il camion e scese per cercarla, illuminando il ciglio della strada con la sua torcia, senza trovare traccia della misteriosa ragazza. Scioccato e senza una spiegazione, decise di raggiungere la destinazione da solo. Giunto alla casa che la ragazza aveva indicato, bussò alla porta, deciso a raccontare l’accaduto.
Alla porta rispose una donna anziana, che alla sua storia reagì con occhi lucidi e un triste sorriso. «Mia figlia morì su quella strada vent’anni fa», disse. «Da allora, ogni tanto, qualcuno la vede. Cerca sempre di tornare a casa, ma non ci arriva mai».
Da quella notte, il camionista non percorse mai più quella strada senza che un brivido gli attraversasse la schiena.
Il cavaliere senza testa
In una fredda notte d’inverno, un uomo d’origine olandese stava camminando per la strada che dalla taverna conduceva verso casa sua. Il percorso costeggiava a un certo punto il cimitero di Sleepy Hollow, dove la leggenda raccontava che era sepolto un soldato tedesco senza testa che aveva combattuto, da mercenario al soldo degli inglesi, contro i rivoluzionari americani. La strada verso casa era lunga e, nonostante il clima si fosse un po’ riscaldato nei giorni precedenti, per terra rimaneva ancora un po’ di neve.
L’olandese quindi pensò di attraversare il cimitero per accorciare la strada, anche se la cosa gli metteva un po’ i brividi. C’era buio pesto e l’unica luce veniva dalla sua lanterna.
Mentre la paura continuava a pervaderlo, vide lontano una luce. Avvicinandosi, si rese però conto che proveniva da una tomba senza nome, da cui dopo poco emerse un fuoco che si trasformò rapidamente in una figura. Era il cavallo con sopra un cavaliere senza testa di cui aveva sentito parlare tante volte alla taverna.
L’olandese cacciò un urlo terribile e si mise subito a scappare, incespicando nella neve. Sentiva il galoppo del cavallo alle sue spalle, ma mantenne la lucidità necessaria a cercare un ponte, perché le leggende dicevano che gli spiriti avevano timore di passare sopra all’acqua. Lo raggiunse e lo superò, quasi rotolando nel fango, prima di riuscire a dare una seconda occhiata al cavaliere, che indossava un’uniforme militare.
L’olandese rimase nascosto per un’ora nei cespugli, ma nulla accadde. Alla fine si fece coraggio e uscì, avviandosi velocemente verso casa tramite la strada più lunga. Giunto a destinazione, raccontò tutto alla moglie e nel giro di qualche giorno la vallata conobbe quello che era accaduto. C’era chi sosteneva che il fantasma si fosse sollevato per cercare la sua testa, persa in battaglia, e chi invece diceva che ritornasse per combattere per la conquista di Chatterton Hill. Ma da allora nessuno osò più avventurarsi di notte nel cimitero di Sleepy Hollow.
La moneta da 50 centesimi
Una storia di origine ottocentesca, diffusa inizialmente nello stato di New York
Una coppia di giovani sposi stava tornando in carrozza verso casa dopo un breve viaggio nel New England. Purtroppo si erano attardati durante il viaggio e quindi furono colti dalla sera prima che arrivassero a destinazione. Nei dintorni non si vedevano villaggi dove avrebbero potuto cercare una degna sistemazione. Per fortuna, il marito avvistò una casa e decise di andare lì a chiedere ospitalità.
Si trattava di una graziosa casetta che sorgeva in cima a una collina. Quando bussarono, vennero ad aprire loro due anziani coniugi già in pigiama, i signori Brown. Una di quelle case che purtroppo mettono i brividi
La coppia si dimostrò subito ospitale, offrendo una stanza ai due malcapitati. La signora si mise addirittura a fare il tè e offrì una fetta di torta, mentre il marito mostrava la stanza messa a disposizione dei due. I viaggiatori si offrirono di pagare qualche dollaro per l’alloggio, ma i loro ospiti non vollero sentire ragioni.
Marito e moglie quindi dormirono beatamente e il mattino presto, di buon’ora, decisero di ripartire. I due anziani signori dormivano ancora, quindi la coppia scrisse due righe di ringraziamento e lasciò il foglio su un grosso tavolo in cucina, in una posizione in cui i due signori non avrebbero non potuto vederlo. Inoltre aggiunsero una luccicante moneta da 50 centesimi, per le spese.
Marito e moglie viaggiarono per un’ora e poi decisero di fermarsi in una locanda per fare colazione. Lì il marito raccontò dei due deliziosi vecchietti che li avevano accolti per la notte, ma man mano che parlava il visto del ristoratore diventava sempre più pallido.
Questi si fece spiegare bene dov’era la casa e che aspetto avevano i vecchi. Poi disse: «Non può essere possibile. Lei mi parla della casa dei signori Brown, ma quella casa è stata distrutta da un incendio tre anni fa. E i due signori sono morti».
La cosa sembrava incredibile a entrambi, così i due viaggiatori e il locandiere decisero di tornare indietro assieme. Arrivarono alla collinetta in cui sorgeva la casa, ma tutto era cambiato.
La casa era semidistrutta e sicuramente abbandonata. Entrarono. Era evidente che c’era stato un incendio. «Devo essermi sbagliato – disse il viaggiatore –. Probabilmente avevamo preso una strada diversa e ci siamo imbattuti in un’altra famiglia».
Il suo discorso, però, venne interrotto dall’urlo della moglie. Proveniva dalla cucina. Corsero di là e la videro. Era atterrita. Guardava un possente tavolo, rovinato. Al centro, c’era una luccicante moneta da 50 centesimi.
La ragazza del sottopasso
Storia raccontata alla polizia di Londra nel 1999
Era una notte di novembre, una di quelle notti piene di nebbia, in cui si fa fatica a vedere. Un giovane uomo procedeva alla guida della sua auto, diretto verso casa. La strada era la solita, fatta milioni di volte. L’avrebbe potuta percorrere ad occhi chiusi.
Ed in effetti era come se la stesse attraversando senza guardare, perché la nebbia non gli permetteva di vedere molto davanti a lui. Per questo, comunque, stava guidando lentamente, con una certa prudenza.
All'entrata del tunnel, ad un certo punto, dopo una curva, la strada imboccava un sottopassaggio. L’aveva attraversato molte volte, ma quella volta c’era qualcosa di diverso.
Appena imboccato il sottopasso, infatti, l’uomo alla guida vide una ragazza vestita di bianco in mezzo alla strada. Frenò di botto e riuscì a fermarsi poco prima di investirla. Non c’era traffico quella sera, ma era comunque da incoscienti stare lì.
L’uomo scese dall’auto. La ragazza sembrava molto confusa, forse ubriaca, anche se molto bella. Le si avvicinò: «Cosa… cosa fai qui? Hai bisogno di aiuto?», le chiese. «Sì», rispose lei, guardandosi incontro. «Puoi portarmi a casa?» «Certo, sì. È meglio che ci togliamo di qui. Vieni».
La fece salire in macchina. Sembrava in trance, ma lo seppe comunque dirigere lungo la strada. Abitava in un quartiere non distante dal suo. Nel tragitto provò a chiederle qualcosa, senza particolare successo: «Come mai eri lì, da sola, in mezzo alla strada? È tardi, può essere pericoloso».
«Sono stata a una festa. Ero con il mio fidanzato, ma sulla strada del ritorno abbiamo litigato. Mi ha fatta molto arrabbiare. Gli ho chiesto di farmi scendere e sono rimasta lì». «Ma… ti senti bene?» «Sì – rispose lei –, tutto bene».
In breve arrivarono davanti alla porta indicata dalla ragazza. Lui si fermò al bordo della strada, ma lei continuava a fissare avanti a sé. «Siamo arrivati, credo. È quella casa, no?» «Sì», fece lei, senza però scendere.
«Vengo ad aprirti», disse l’uomo, e scese, girando attorno all’auto per aprirle la portiera. Quando giunse dall’altra parte e la spalancò, però, trovò il sedile vuoto.
Si guardò subito attorno, pensando che la ragazza fosse scesa mentre lui faceva il giro. Ma non la vide da nessuna parte. Guardò ancora in macchina, ma era vuota. C’era molta nebbia, però, e magari la ragazza era già andata verso casa senza che lui se ne accorgesse.
Si diresse, quindi, verso la porta e provò a bussare. Nessuna risposta. Guardò ancora in giro, senza scorgere nulla. Decise di suonare il campanello, anche se effettivamente era tardi.
Dopo un paio di minuti la porta si aprì. Davanti a sé il giovane uomo aveva ora una signora coi capelli bianchi. «Mi scusi, signora. Io… io ho portato qui una ragazza vestita di bianco. Era stata a una festa, l’ho trovata all’inizio del sottopasso. Mi ha detto che abitava qui ma, non so, l’ho persa di vista. È entrata, per caso?»
La signora non sembrava sorpresa: «Sì, so a cosa si riferisce. Quella ragazza era mia figlia. È morta cinque anni fa in un incidente, proprio all’ingresso del tunnel. Stava tornando a casa da una festa. Oggi sono cinque anni esatti. Ogni anno, in questa sera, compare a un ragazzo e tenta di tornare a casa, ma non ci riesce mai».
Storia vera: Alberghi stregati
Questa non è una storia ma un racconto reale, raccontato da Reddit Bright.
“Quando avevo 15 anni, ho viaggiato in Europa con la mia famiglia. Abbiamo alloggiato a Ettal, in Germania, in una piccola locanda per alcune notti. I miei genitori avevano un letto matrimoniale al secondo piano, le mie sorelle avevamo la camera da letto matrimoniale accanto alla loro, e io ebbi la fortuna di avere una camera singola tutta per me in fondo al corridoio. ”
“Non appena sono entrato nel corridoio in cui si trovavano le nostre camere, ricordo quasi di essermi sentito come se fossi entrato in un ‘muro’ di … cattiva energia? Mi sentivo così innervosito e inquieto in quello corridoio, ma pensai che fosse solo un’immaginazione iperattiva. Ho dormito la prima notte senza problemi oltre a svegliarmi alcune volte. La mattina dopo a colazione, una delle mie sorelle ha menzionato di sentirsi a disagio nel corridoio, quasi come se l’aria mi stava schiacciando. Mi innervosiva ancora di più il fatto di non essere il solo a sentirmi fuori di testa.
“Più tardi quella notte, dormo tranquillamente, quando verso le 2 del mattino, sono svegliato da qualcosa che mi strappa le coperte e che mi afferra la caviglia. All’inizio, ho pensato che qualcuno era entrato nella mia stanza, perché quando mi voltai verso ciò che mi aveva afferrato, un’enorme, incombente forma nera era visibile nell’oscurità, come un uomo nella mia stanza. Accesi freneticamente la luce, solo per fissare il nulla, il vuoto. La finestra era chiusa a chiave dall’interno, non c’era nessuno nell’armadio o nel bagno, e anche la mia stanza era ancora chiusa a chiave dall’interno. Rimasi spaventato per il resto della notte, giocando a Cooking Mama sul mio DS. ”
“La mattina dopo, siamo a colazione e mia sorella menziona che era sveglia per metà della notte perché pensava di aver visto una persona che si stagliava contro il muro della stanza, ma quando accese la luce non c’era nessuno. è stata solo un’esperienza bizzarra e inquietante. Questa esperienza mi fa ancora impazzire oggi. ”
Storia vera: Inquilini indesiderati
I fatti sono stati narrati da Vanilla Gurrila:
“Mia figlia aveva 4 anni quando vivevamo nella nostra ultima casa. All’epoca ero una madre single, quindi eravamo solo io e lei in casa. Ho sempre avuto una sensazione spiacevole nella sua stanza, in particolare la zona dell’armadio, ma non ci ho mai pensato molto. Una sera l’avevo messa a letto e mentre facevo le faccende sono passata accanto alla sua stanza e l’ho sentita sussurrare.
Ho ascoltato per un po ‘, pensando che lei stesse parlando da sola, ma era decisamente una conversazione a due, con lei che diceva “Uh-huh … ok”, cose del genere. Entrai e le chiesi con chi stesse parlando.
Sorrise a disagio e disse , ‘Nessuno.’ L’ho portata fuori nella hall e lei non ha detto nulla ma ho capito che aveva paura. Finalmente siamo usciti da casa. Ha detto che c’era un uomo nella sua stanza che non ci voleva in casa, e lui le aveva detto di dire a sua madre di andarsene. Ci siamo trasferiti un mese dopo. Da allora non ha mai avuto un episodio del genere.”
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Il Sushi ha origini Giapponesi o Cinesi?
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Quali sono le curiosità sul Ferragosto?
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Qual è il significato delle classi di protezione FFP?
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Perché i tedeschi si chiamano crucchi?
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Cosa sono le ONG?
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Perché si tirano le orecchie per il compleanno?
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Quali sono i divieti più assurdi nel mondo?
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Cos'è il Black Friday?
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Perché si festeggia il Pesce d'aprile?
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Quali sono le tradizioni di Pasqua più strane nel mondo?
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Quali sono i nomi degli anniversari di matrimonio?
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Che cos'è il Baby Shower?
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Cosa sono le ONG?
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Che cos'è la Nomofobia?
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