Il cognome Marchi affonda le sue radici nel praenomen latino Marcus. Un nome comune nell'antica Roma, molto più di quanto si pensi oggi. Non era solo una questione di moda, ma di identità. Portare un nome legato a Marte, dio della guerra, significava incarnare forza, decisione e protezione della patria. Era come un marchio, un simbolo di appartenenza a una cultura che faceva della disciplina e del valore in battaglia un vanto.
Marcus, infatti, deriva da Marticos, forma arcaica collegata a Mars.
Significa “sacro a Marte”, cioè consacrato a una divinità potente, temuta e rispettata dai Romani.
Non è un caso se molti nomi legati a Marte si sono poi consolidati in cognomi, soprattutto quando il cristianesimo ha iniziato ad assorbire certe simbologie pagane. Il nome è sopravvissuto ai secoli grazie anche alla diffusione del culto di San Marco Evangelista, figura centrale nella tradizione cristiana, e patrono di Venezia. La combinazione tra la forza marziale di Marte e la spiritualità cristiana ha creato un legame unico, che ha favorito la diffusione del cognome Marchi nel Medioevo.
Nel tempo, il nome ha generato numerose varianti. E il cognome Marchi, insieme ad esse, si è diffuso in diverse regioni d’Italia, attraversando epoche, dominazioni e confini.
Molte famiglie nobili lo hanno portato con orgoglio, spesso associandolo a stemmi che raffiguravano un leone, simbolo di coraggio, fierezza e sovranità.
Quel leone, tra l’altro, ricorda proprio quello che accompagna San Marco, sia nel Vangelo che nella tradizione iconografica.
In Toscana, ad esempio, la famiglia Marchetti fu insignita del titolo di patrizio. In Piemonte, un altro ramo ottenne il titolo di conte. Anche in Austria si trovano citazioni dei Marchetti tra le famiglie nobili. E non è tutto: Pietro Marquett fu barone di Ucria, un ramo che visse stabilmente in Sicilia, soprattutto tra Siracusa e Messina, già nel XIII secolo. Un'epoca in cui i cognomi cominciavano a fissarsi, legati al territorio, alla professione, ma anche a valori tramandati di generazione in generazione.
Curiosamente, in un atto giudiziario del 1630 conservato a Milano, emerge un cognome Marchetti coinvolto in un processo penale.
Segno che il cognome non era solo associato a nobiltà e prestigio, ma apparteneva anche alla gente comune, immersa nella vita reale e quotidiana.
Del resto, la storia di un cognome è fatta anche di queste tracce minori, spesso nascoste negli archivi.
Oggi il cognome Marchetti è molto diffuso nel centro-nord Italia e in Puglia. Le varianti regionali raccontano un’Italia variegata: Marchet, Marchetto e Marchetti sono comuni in Veneto, mentre Marchetta è più presente nel sud.
Non mancano i personaggi illustri. Filippo Marchetti, compositore raffinato e bisnonno dell’attore Giulio Marchetti, è uno dei più noti. C’è poi Alessandro Marchetti, ingegnere aeronautico dalla mente brillante. E Guglielmo Marconi, fisico e imprenditore, universalmente riconosciuto come l’inventore della radio — anche se il suo cognome differisce leggermente, fa parte di questa galassia. Tra gli altri, lo scrittore Giuseppe Marcotti, la conduttrice e showgirl Alessia Marcuzzi, l’attore Nino Marchetti, l’attaccante Rolando Marchetti e Francesco De Marchi, ingegnere militare del Cinquecento.
Un cognome, tante storie, e un filo che attraversa i secoli.