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Qui casca l'asino!
Tale espressione si usa per indicare un punto critico, una situazione difficile da snodare. Talvolta viene utilizzata anche per sottolineare un inganno o un tranello.
L'asino è un animale forte e resistente che riesce ad affrontare percorsi impervi anche con carichi pesanti, ma anche lui raggiunge un limite e quando la difficoltà diventa eccessiva rischia di cadere. Da questo trae origine quindi il detto 'Qui casca l'asino!'.
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Occhio per occhio, dente per dente
Con questa espressione ci si riferisce al modo di ripagare con la stessa moneta chi ci ha fatto un torto; è quindi una sorta di incitamento alla vendetta nella stessa misura dell'ingiustizia subita.
Tale frase è nota come lex talionis, cioè legge del taglione, e in passato era un vero e proprio diritto riconosciuto alle persone che avevano ricevuto un'offesa di infliggerne una pena uguale all'offensore. Presso le popolazioni antiche questa legge serviva a limitare le vendette private.
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Avere l'argento vivo addosso
Con questa espressione si vuole descrivere il comportamento di una persona che non riesce a stare ferma, che è continuamente in movimento e che spesso crea guai.
La locuzione si utilizza generalmente nei confronti dei bambini molto esuberanti e attivi. L'argento vivo è il modo in cui gli alchimisti chiamano il metallo mercurio che, allo stato liquido risulta essere molto sfuggente, imprendibile e in natura tende a mutare a seconda delle condizioni circostanti.
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Prendere in castagna
Tale espressione si usa quando si sorprende qualcuno mentre sta compiendo un'azione non corretta.
Si tratta di un sinonimo della locuzione “cogliere in flagrante” e trae origine dal latino medievale in cui era solito dire “prendere in marrone”, dove marro, marronis significava errore. Col tempo, si è creata un po' di confusione e si è iniziata a usare “castagna”, dato che è sinonimo di “marrone”. Verbalmente l'espressione si dissocia da quella originaria, ma concettualmente le rimane fedele, indicando appunto un errore.
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All'acqua di rose
Tale espressione viene utilizzata per indicare un'azione compiuta in maniera superficiale, basilare, quindi con poca forza e incidenza. Qualcosa così ottenuto non può dunque avere un carattere duraturo.
L'origine si rifà al modo di distillare le essenze dei fiori, ma in particolare le rose, degli erboristi e dei profumieri: la prima distillazione è quella che ha meno vigore in quanto viene utilizzata più acqua; ha quindi meno profumo, come nel caso dell'acqua aromatizzata o del tonico.
Solo attraverso un secondo passaggio, cioè con una seconda distillazione, si ottiene un olio essenziale di rosa, che crea profumi resistenti e duraturi.
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Carpe diem
Frase di origine latina che letteralmente significa "cogli l'attimo". Il significato più esteso indica la possibilità di godere appieno delle cose e situazioni offerte dalla vita, vivendola quindi in modo pieno fino a che è possibile.
Nella frase si intrecciano i concetti di qualità (carpe) e temporalità (diem) dell'esistenza umana. La frase è stata tratta dalle Odi del poeta latino Orazio, in cui egli sostiene l'impossibilità dell'uomo nel conoscere e determinare il proprio futuro e l'importanza del presente, in cui è possibile intervenire in modo attivo concentrando le proprie azioni per cogliere tutte le occasioni ed opportunità che essa offre, diventando così responsabili del proprio tempo.
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Legarsela al dito
Frase con cui si sottolinea un torto o un'offesa che non si può dimenticare e per la quale spesso si attende il momento per vendicarsi.
Le sue origini sono da ricercarsi nell'antica usanza di mettersi al dito un segno, o fare un nodo al fazzoletto ad esempio, per ricordare qualcosa. Tale pratica si ritrova già nella Bibbia, nel Vangelo e negli usi orientali. Gli Ebrei ad esempio utilizzavano i filatteri, ovvero strisce di pergamena, che legavano alle braccia; oppure in Turchia nacque l'anello come dono del cavaliere all'amata, prima della sua partenza in guerra.
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Fare una filippica
Con quest'espressione si è soliti far riferimento a un discorso accusatorio, a un'invettiva contro una persona o un qualcosa di ben specifico; molto spesso viene utilizzata con ironia.
Le vere Filippiche sono le orazioni che Demostene tenne contro Filippo II di Macedonia intorno al 340 a.C per incitare gli ateniesi al combattimento. Nel 44-43 a.C poi fu Marco Tullio Cicerone a pronunciare delle Filippiche nei confronti di Marco Antonio.
Venne scelto questo nome per mettere in risalto le somiglianze con quelle di Demostene e l'analogia dell'ascesa del dittatore Filippo e quella di Marco Antonio.
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In bocca al lupo
Celebre formula augurale e scaramantica rivolta a chi sta per affrontare una prova importante e difficile, la cui risposta è generalmente 'Crepi!' (sottinteso il lupo).
La credenza comune è quella di intendere la frase in modo scaramantico, considerando la mala sorte di chi 'Finisce in bocca al lupo', in realtà c'è chi sostiene che si tratti di una locuzione parafrastica, e quindi una figura retorica con la quale si intende l'opposto di ciò che si sostiene. Considerando infatti che la lupa sposta i suoi cuccioli utilizzando la bocca, quest'ultima sarebbe infatti un luogo di protezione e quindi sicuro. Altra attribuzione dell'origine di tale espressione è da attribuirsi all'augurio dei cacciatori, che un tempo vedevano nel lupo la loro peggiore minaccia, poiché primo avversario nella ricerca della selvaggina.
Lupi
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Dare il colpo di grazia
Con questa locuzione ci si riferisce ad un'azione definitiva, che porta alla distruzione di qualcosa o qualcuno, anche in senso ironico.
Tale modo di dire ha origini molto antiche, in passato infatti era riferito al colpo mortale che veniva inflitto ai combattenti feriti durante gli scontri armati. Si trattava quindi di un gesto caritatevole che evitava loro lunghe e inutili sofferenze prima del lento sopraggiungere della morte.
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Fare il fenomeno
Tale espressione significa mettersi in mostra, celebrare le proprie doti per vantarsi, nonché fare lo splendido.
L'origine della locuzione è greca: la parola phainòmenon vuol dire 'apparire', per questo chi fa il fenomeno è una persona che desidera apparire, farsi vedere e magari anche compiacere.
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Di punto in bianco
Tale espressione viene utilizzata quando un evento si verifica improvvisamente, di colpo, senza preavviso e senza apparente connessione con l'azione precedente.
L'origine del detto si rintraccia nel gergo balistico francese dove con "de but en blanc" ci si riferiva al colpo di cannone sparato a zero, in orizzontale, che si rendeva possibile solamente a distanze ravvicinate e che era del tutto imprevedibile.
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Dormire sugli allori
Con tale espressione si vuole indicare il comportamento di chi, credendo di viver di rendita a seguito di un successo, si lascia andare al dolce far niente, smettendo quindi di dedicarsi a studio o lavoro.
La locuzione ha origini antiche e deriva dall'usanza di incoronare i re con l'alloro, simbolo di vittoria. Adagiarsi sugli allori significa, in senso metaforico, riposare sulla gloria ricevuta.
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Mangiare la foglia
Si tratta di un'espressione con la quale si indica un'intuizione notevole; mangia quindi la foglia la persona che riesce a leggere tra le righe in una situazione poco chiara.
Tale detto proviene dal mondo degli allevatori in cui si distinguono i piccoli, che si nutrono di latte, dagli adulti che mangiano invece l'erba. E' prerogativa quindi degli adulti riconoscere le foglie commestibili e ciò denota esperienza e consapevolezza.
Anche nell' “Odissea” di Omero compare il tema della foglia, la quale, dopo esser stata mangiata, aiuta Ulisse a essere immune dall'incantesimo della maga Circe.
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Tagliare la corda
Tale espressione è utilizzata per indicare una partenza rapida o piuttosto una fuga.
Sinonimo di 'Darsela a gambe', la locuzione deriva dell'antico gergo marinaresco, quando in caso di una necessaria partenza improvvisa, si usava tagliare la corda che teneva la nave attraccata, anziché scioglierla dalla bitta.
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Cavallo di battaglia
Con tale espressione ci si riferisce ad una situazione o un argomento su cui si è molto preparati, forti e vincenti. Si tratta quindi del pezzo forte di una persona, attraverso il quale essa riesce a dare il meglio di sé. La frase nasce dall'antichità, quando il cavallo di battaglia era quello del re, o di colui che guidava l'esercito in guerra. Poiché il suo ruolo era particolarmente importante, anche il cavallo del condottiero doveva essere il migliore in quanto a obbedienza, forza e velocità. Era quindi ben curato e allevato, in modo tale da garantire una maggiore protezione e di conseguenza la salvezza di colui che guidava la truppa.
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Perdere le staffe
Con tale espressione si indica la perdita di controllo e l'ira. Un tempo la locuzione completa era "perdere le staffe del cervello", ossia impazzire. Tale modo di dire nasce dalla storica immagine del cavaliere che, perdendo le staffe del cavallo, ossia la parte in cui si appoggia la pianta del piede, rischiava di cadere.
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Se son rose fioriranno
Questa espressione è utilizzata quando si attende un giudizio, nel caso di una situazione incerta di cui ancora non si conosce l'esito.
La locuzione è motivata dal fatto che la pianta della rosa non è facilmente distinguibile sino al momento in cui i boccioli nascono e fioriscono.
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Sbarcare il lunario
Ai giorni d'oggi con questa espressione si è soliti indicare la riscossione dello stipendio, la buona riuscita di un'impresa non proprio facile.
Il lunario è l'antico calendario su cui venivano annotate anche le fasi lunari, utili per i raccolti degli agricoltori e i commerci dei marinai e con il verbo 'sbarcare' si intendeva dire 'arrivare', cioè giungere a compimento, a completamento di un anno.
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Farci una croce sopra
Vuol dire considerare conclusa una situazione, una questione. Molto spesso con tale espressione ci si riferisce a una relazione d'amore finita della quale si vorrebbe cancellare anche il solo ricordo, in modo tale da andare avanti senza più provare dolore.Viene talvolta usata anche in merito a perdite di vario genere o insuccessi.
L'origine deriva dalla la croce cimiteriale che è poi stata ripresa dai contabili, i quali annotavano una croce nei loro libri accanto ai nomi dei debitori insolventi, consci del fatto che non avrebbero più avuto indietro le cifre spettanti.
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