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Natale
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
”
Salvatore Quasimodo
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Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.
”
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“
Io sono così
Quando tu riesci a non aver più un ideale,
perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata,
senza nesso, senza spiegazione mai;
quando tu non hai più un sentimento,
perché sei riuscito a non stimare,
a non curare più gli uomini e le cose,
e ti manca perciò l’abitudine, che non trovi,
e l’occupazione, che sdegni
– quando tu, in una parola, vivrai senza la vita,
penserai senza un pensiero,
sentirai senza cuore –
allora tu non saprai che fare:
sarai un viandante senza casa,
un uccello senza nido.
Io sono così.
”
Luigi Pirandello
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“
A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell'universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa' ch'io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa' che il tuo dono
s'accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
”
Umberto Saba
Santi
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“
Stare in ascolto
Stare in ascolto.
Sussurrare.
Trattenere il respiro.
Attendere un qualche segnale.
Ritardo. E di nuovo.
Ancora un poco.
Già domani.
Ancora un attimo di pazienza infinita.
”
Blaga Dimitrova
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“
Anche tu sei l'amore
Anche tu sei l'amore.
Sei di sangue e di terra
come gli altri. Cammini
come chi non si stacca
dalla porta di casa.
Guardi come chi attende
e non vede. Sei terra
che dolora e che tace.
Hai sussulti e stanchezze,
hai parole – cammini
in attesa. L'amore
è il tuo sangue – non altro.
”
Cesare Pavese
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O silenzioso mite mattino d’ottobre, le foglie son mature per cadere; il vento di domani,se avrà forza, le spazzerà via tutte. Chiamano i corvi sopra la foresta; domani forse a stormi se ne andranno.
”
Robert Frost
Ottobre
Futuro
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“
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
”
Alda Merini
Natale
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“
Inno alla bellezza
Vieni dal cielo profondo o esci dall’abisso,
Bellezza? Il tuo sguardo, divino e infernale,
dispensa alla rinfusa il sollievo e il crimine,
ed in questo puoi essere paragonata al vino.
Racchiudi nel tuo occhio il tramonto e l’aurora;
profumi l’aria come una sera tempestosa;
i tuoi baci sono un filtro e la tua bocca un’anfora
che fanno vile l’eroe e il bimbo coraggioso.
Esci dal nero baratro o discendi dagli astri?
Il Destino irretito segue la tua gonna
come un cane; semini a caso gioia e disastri,
e governi ogni cosa e di nulla rispondi.
Cammini sui cadaveri, o Bellezza, schernendoli,
dei tuoi gioielli l’Orrore non è il meno attraente,
l’Assassinio, in mezzo ai tuoi più cari ciondoli
sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
Verso di te, candela, la falena abbagliata
crepita e arde dicendo: Benedetta la fiamma!
L’innamorato ansante piegato sull’amata
pare un moribondo che accarezza la tomba.
Che tu venga dal cielo o dall’inferno, che importa,
Bellezza! Mostro enorme, spaventoso, ingenuo!
Se i tuoi occhi, il sorriso, il piede m’aprono la porta
di un Infinito che amo e che non ho mai conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena,
tu ci rendi -fata dagli occhi di velluto,
ritmo, profumo, luce, mia unica regina!
L’universo meno odioso, meno pesante il minuto?
”
Charles Baudelaire
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“
E' proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
E' proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
”
Pablo Neruda
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“
L'ultimo suono del tuo addio,
mi disse che non sapevo nulla
e che era giunto
il tempo necessario
di imparare i perché della materia.
Così, tra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l'ingenua volontà dell'occhio.
Che i solfeggi e i sol
implorano la fame dell'udito.
Che le strade e la polvere
sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve
fra due punti
è il cerchio che li unisce
in un abbraccio sorpreso.
Che due più due
può essere un brano di Vivaldi.
Che i geni amabili
abitano le bottiglie del buon vino.
Con tutto questo già appreso
tornai a disfare l'eco del tuo addio
e al suo posto palpitante a scrivere
La Più Bella Storia d'Amore
ma, come dice l'adagio
non si finisce mai
di imparare e di dubitare.
E così, ancora una volta
tanto facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda una stella fugace,
seppi che la mia opera era stata scritta
perché La Più Bella Storia d'Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.
”
Luis Sepulveda
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Ahi ahi, ma conosciuto il mondo
non cresce, anzi scema, e assai più vasto
l'etra sonante e l'alma terra e il mare
al fanciullin, che non al saggio appare.
”
Giacomo Leopardi
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“
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
”
Erri De Luca
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Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.
Quando spunta la luna,
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell'infinito.
Nessuno mangia arance
sotto la luna piena.
Bisogna mangiare
frutta verde e gelata.
Quando spunta la luna
dai cento volti uguali,
la moneta d'argento
singhiozza nel taschino.
Interpretazione della poesia / Esegesi
Questa poesia di Federico Garcia Lorca utilizza la luna come metafora per esplorare temi come il cambiamento, l'isolamento, l'abbandono delle convenzioni e la tensione tra il materiale e il spirituale. Le immagini create sono vivide e lasciano spazio a molteplici interpretazioni, a seconda delle esperienze personali e delle sensazioni del lettore.
La Luna Come Simbolo di Cambiamento
: L'emergere della luna sembra portare con sé un cambiamento nell'ambiente e nelle percezioni. La cessazione delle campane e i sentieri che diventano "impenetrabili" suggeriscono un passaggio dal conosciuto all'ignoto, dall'ordinario al misterioso.
La Natura in Trasformazione
: La descrizione del mare che "copia la terra" e il cuore che diventa "isola nell'infinito" potrebbe simboleggiare la sensazione di isolamento o di essere sopraffatti dalle emozioni, come se la presenza della luna amplificasse sentimenti interni.
Contrasto tra il Concreto e il Surreale
: La menzione di non mangiare arance sotto la luna piena, ma piuttosto "frutta verde e gelata" potrebbe rappresentare il desiderio o la necessità di abbandonare il comune e il familiare per qualcosa di più insolito o non convenzionale sotto l'influenza della luna.
Simbolismo della Luna e della Moneta
: La luna dai "cento volti uguali" e la "moneta d'argento" che "singhiozza nel taschino" potrebbero simboleggiare la varietà e la ripetitività delle esperienze umane, e come queste possono talvolta essere ridotte a meri valori materiali o monetari, perdendo il loro significato più profondo.
”
Federico Garcia Lorca
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“
Amo in te
l'avventura della nave che va verso il polo
amo in te
l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte
amo in te le cose lontane
amo in te l'impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne.
amo in te l'impossibile
ma non la disperazione.
”
Nazim Hikmet
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Lo so che non ho una casa al mare
ma mi farò trovare
seduto sulla spiaggia
verso le sette e un quarto quando
il sole diventa gentile
e i bagnanti unti e impanati
son rincasati.
Sarai stanca per il viaggio
sarai stanca per la vita
ti farò riposare su di me
guarderemo la grande palla di fuoco
scomparire nel silenzio.
Mi chiederai se ti son mancato
ti risponderò, credo di sì, lo spero. Lo so.
Ti chiederò se mi sei mancata
risponderai, tanto.
Come che cosa?
Come la notte ai vampiri
Poi?
Come il latte ai corn flakes
Poi?
Come il terzino che salva di testa sulla linea, al portiere
Poi?
Come la benzina allo Zippo
Poi?
Come la pera al cacio
Poi?
Come le labbra al bacio
Poi?
Come quello che sta sotto la trave d’equilibrio e t’acchiappa al volo se cadi, alla ginnasta bambina.
E sarà notte
mi chiederai di fare le cose con calma
ti mostrerò le stelle
te le mostrerò piano e bene.
Anche se le stelle
io
forse lo sai
mica le ho mai sapute.
”
Guido Catalano
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Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla - unita ebrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch'io son parte.
”
Umberto Saba
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Il traghetto
Di dove chiami? Fioca questa nebbia
di te risuona. Ancora dalle baite,
è tempo, i cani avidi si lanciano
verso il fiume sulle peste odorose:
luminosa di sangue all’altra riva
sghignazza la faina. È traghetto
che conosco: là, sull’acqua risalgono
ciottoli neri; e quante barche passano
nella notte con fiaccole di zolfo.
Ora sei veramente già lontana
se la voce ha tono innumerevole
d’eco, e appena ne odo la cadenza.
Ma ti vedo: hai viole fra le mani
conserte, così pallide, e lichene
vicino agli occhi. Dunque, tu sei morta.
”
Salvatore Quasimodo
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Senza memoria di morte
Primavera solleva alberi e fiumi
la voce fonda non odo,
in te perduto, amata.
Senza memoria di morte,
nella carne congiunti,
il rombo d’ultimo giorno
ci desta adolescenti.
Nessuno ci ascolta;
il lieve respiro del sangue!
Fatta ramo
fiorisce sul tuo fianco
la mia mano.
Da piante pietre acque
nascono gli animali
al soffio dell’aria.
”
Salvatore Quasimodo
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A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
”
Ugo Foscolo
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