“C'era dunque un Cavaliere, un valentuomo che fin da quando aveva iniziato ad andare a cavallo aveva amato la cavalleria, la lealtà, l'onore, la liberalità e la cortesia. Valorosissimo in guerra per il suo signore, s'era spinto nei più lontani paesi cristiani e pagani, facendosi ovunque onore con la sua prodezza. (...) Questo prode cavaliere un tempo era anche stato col signore di Palatia a combattere contro un altro pagano turco, ricevendo sempre sovrani onori. Benché fosse valoroso, era prudente e, negli atteggiamenti, mite come una fanciulla. Non avrebbe mai detto in vita sua una parola scortese a nessuno. Era un nobile cavaliere veramente perfetto. Quanto al suo equipaggiamento, i cavalli erano buoni, ma i suoi abiti non erano sfarzosi: portava un giubbone di fustagno macchiato ancora dall'armatura, perché tornava proprio allora da una spedizione e si recava a sciogliere un voto.
”Da: I racconti di Canterbury - MondadoriGeoffrey Chaucer