“Guai se rispondessimo al clericalismo con vecchie pulsioni anticlericali, rinunciando alla sfida del dialogo e della conoscenza reciproca, dell'analisi differenziata e dell'apertura di varchi da usare come feritoie per spingere oltre il nostro sguardo. Parliamo di mondi che non sono mummificati ma in movimento, di arcipelaghi di grandi culture e di grandi storie. Penso a come Gramsci irrise a un certo anticlericalismo risorgimentale, spingendo il mondo verso un confronto fondato sul senso delle proporzioni e sul rispetto profondo. Ispirarci a questo non significa assumere atteggiamenti ipocriti o di fuga dal dissenso, quando esso si manifesta. Ma la cosa peggiore č chiudere la discussione prima che cominci. Clericali e antichlericali, clericali e laicisti, sono tutte definizioni che servono a imbrigliare un dibattito che va liberato.”