“Così si stanno creando nuove frontiere all’interno dell’isola di Cuba: frontiere economiche e regionali all’interno della medesima struttura sociale, culturale e politica. Queste frontiere oggi iniziano ad apparire sempre più visibili, almeno per chi voglia guardarle, perché fino agli anni ottanta la popolazione di Cuba viveva in condizioni molto omogenee. Nel quartieri meridionali al di qua della cintura esterna vivono medici, ingegneri, avvocati ma sono lontani dalla zona del turismo, intorno a cui ruota il cuore dell’economia. Così L’Avana si è sdoppiata in due città: una visibile e una invisibile. Tale fenomeno è avvenuto anche in altri paesi dell’America Latina, ovviamente. Quelle fratture che Cuba sembrava aver superato oggi sono tornate a essere le basi della cruda realtà in cui l’isola è ricaduta.
Di questa realtà non si parla molto, e invece credo che dovremmo farlo. Dovremmo parlarne di più a Cuba, dovremmo trovare una soluzione perché le persone che vivono in condizioni subumane sono in realtà cittadini cubani che dovrebbero godere degli stessi diritti di quei cubani che si stanno arricchendo e stanno traendo beneficio dalla nuova situazione.
”Leonardo Padura Fuentes