“Mio padre mi lasciava fare tutto a una condizione: che mi laureassi. Dopo il diploma mi disse: "Puoi decidere, Architettura, Medicina o Giurisprudenza". In disegno ero negata, in medicina pure – e ancora oggi se vedo una pellicina svengo – così mi buttai sulla terza. In fondo venivo da una famiglia di avvocati.”