“A noi mortali la vita "in purezza" non è data. Il tempo ci rende "sanamente impuri", in lotta continua contro la morte, e per questo fecondi e creativi nel costruire la vita. Un virus ci ha ricordato questa impurità, sgretolando le facciate di febbrili routine e mostrandoci le fondamenta su cui viviamo, perché è di fronte alla paura della morte che si vede, tra ridicolo e ferocia, chi siamo veramente. Le fondamenta di una società che si dice "progredita" appaiono incerte e siamo costretti a chiederci su cosa abbiamo costruito, in cosa abbiamo avuto fede e, magari, come ricostruire.” Da: Corriere - 02/03/2020