“Nel periodo del fascismo gli insegnanti venivano a scuola in divisa. Quando uno di loro esordiva: “A chi il Duce?”, rispondevamo: “A noi!”. Fuori cantavamo inni luminosi (“Dio ti manda all’Italia come manda la luce, Duce, Duce, Duce!”), con le lusinghe dei balconi gremiti di fanciulle. Il comandante diceva: “Voglio che nel mio plotone sia traslata la disciplina prussiana alla quint’essenza!”. Poi si voltava per vedere se qualcuno rideva. “Chi sghignazza là in mezzo?”. “Io”, rispose Ovo, che prendeva il soprannome dalla sua grassezza. “Bravo, mi piace la tua lealtà. Come ti chiami, giovane camerata?”. “Mi chiamano Ovo”. “E ti sta bene! Mangia, mangia, che ti aggiusta il Duce”.
”Da: Intervista al Corriere della Sera del 05/2018Sergio Zavoli