“La mia città dagli amori in salita, | Genova mia di mare tutta scale | e, su dal porto, risucchi di vita | viva fino a raggiungere il crinale | di lamiera dei tetti, ora con quale | spinta nel petto, qui dove è finita | in piombo ogni parola, iodio e sale | rivibra sulla punta delle dita | che sui tasti mi dolgono?”