“Non posso paragonare la mia Genova a nessuna Contessa di Tripoli, per giunta mai vista. Come, del resto, a nessun'altra donna. A nessuna donna.Amo Genova – mi sto struggendo per Genova – soltanto come si può amare (e qui sta per me il diverso, l'insolito del mio sentimento nella sua medesima naturalezza) una città. Una città nella quale io entrai, di soprassalto, ancora coi pantaloni corti, e nella quale poi vissi finché non ne fui sradicato, e brutalmente, dalla guerra e dall'esilio.”